Lettera in redazione: “Diciamoci qualcosa fuori dai denti”
I nodi vengono sempre al pettine, frutto degli sbagli commessi precedentemente. Ci sono cose che i tifosi sussurrano, si raccontano davanti ad un caffè o in ufficio, ma che non hanno il coraggio a volte di dire pubblicamente.
Io, rimango coerente con quello che ho cominciato a dire e a scrivere nel sito, a cominciare dalla passata estate.
Ci sono situazioni che nelle ultime partite sono emerse con vigore, facendo riflettere anche coloro che inizialmente erano sembrati accogliere positivamente il nuovo Siena targato Sannino.
OggiAggiungi un appuntamento per oggiserpeggia molto meno ottimismo rispetto a qualche settimana fa e forse c’è anche qualcosa da rimettere in discussione sull’operato della Società.
Per ricostruire il puzzle, facciamo un tuffo nel non lontano passato, provando a ricordare quello che è avvenuto.
Tutti abbiamo seguito con trepidazione le trattative che si sono svolte nel calciomercato e di nomi ne abbiamo sentiti circolare parecchi, salvo accorgerci poi che erano solo ipotesi campate in aria o notizie destituite di fondamento o nomi fuori dalla nostra portata.
Il colpo più clamoroso (l’unico) fu sicuramente D’Agostino, giocatore dai piedi buoni e dal passato illustre, che sceglieva Siena anche con la voglia di ricostruirsi un’immagine ultimamente appannata. L’altro fatto su cui si è chiacchierato tanto è stata la trattativa del portiere Gillet, che tutti ormai davano in bianconero e che invece non ha portato al nulla di fatto, se non strascichi di polemiche, con presunti disaccordi fra Presidente e il responsabile dell’area Tecnica.
Da quel momento in poi si è avuto un lungo periodo di inoperosità, giustificato dal fatto che il mercato stava vivendo un momento di stallo.
I nomi intanto si sprecavano, ma siccome bisognava guardare giustamente a fare tornare i conti tra entrate e uscite, non si è risolto il vero problema che a tutt’oggi pesa di più, cioè una punta di valore.
Ci siamo ridotti agli ultimi giorni con gli scarti reperibili e abbiamo assemblato una squadra che adesso mostra tutti i suoi limiti.
D’Agostino serviva ad una squadra che si vuole salvare o era forse meglio un centrocampista più sostanza e meno tecnica come poteva essere per esempio un Almiron?
La difesa era partita bene ma adesso che qualcosa comincia a scricchiolare, bisogna correre ai ripari, soprattutto sulla destra, dove rimaniamo più deficitarii e dove tornano vecchie lacune.
Sulle fasce l’unico che si danna l’anima è Brienza, mentre Reginaldo nelle condizioni attuali è improponibile, Mannini sembra girare a corrente alternata.
In attacco la situazione non si presenta migliore; un Gonzales che ancora non è pervenuto, un Larrondo che confermando quello che ho scritto prima dell’inizio di campionato, poteva essere mandato a farsi le ossa in qualche squadra di serie B, un Destro che avrà sicuramente un avvenire glorioso, ma non abbiamo il tempo necessario per “svezzarlo” noi. Calaiò ha giocato prevalentemente in serie B con il Napoli e quando è approdato alla A e la squadra partenopea ha iniziato il nuovo corso che l’ha portata ad essere la protagonista di oggi, il giocatore è finito in panca, prima di approdare a Siena.
Gli allenatori che sono passati da qui, lo hanno fatto partire spesso dalla panchina e molte volte lo hanno schierato a partita avviata. A Siena escluso l’anno scorso non ha mai fatto sfaceli.
E allora concludendo, sono convinto che abbiamo molti elementi da serie B in questa squadra e che Sannino sta facendo veramente il possibile ( anche lui non è infallibile) per tirare fuori il sangue dalle rape.
A gennaio bisognerà fare quello che non si è fatto in estate, caro Presidente, se si vuole avere una qualche speranza di rimanere in serie A.
Lallo Meniconi