Lettera in redazione: A cosa ci attacchiamo adesso?

Ancora sfortuna, sviste arbitrali o che altro? Continueremo a dire ancora che il bicchiere è mezzo pieno o siamo ormai pronti a guardare in faccia la realtà?

A cosa ci attaccheremo questa volta? In questo momento più che parlare bisogna avere la decenza di tacere. Giocare con il fiato nel collo, dovendo fare per forza risultato non è facile e ti condiziona, ma questa è l'unica scusante che concedo alla squadra di Sannino, per il resto, offrire una prestazione come quella contro il Genoa è imperdonabile.

Il Siena questa volta non si può aggrappare neppure alle occasioni fallite, se non quella palla clamorosa di Destro che con meno potenza, chiedeva solo di essere accompagnata in rete. Questi sono sbagli nostri, come in occasione del primo gol del Genoa e non possiamo giocare sotto tono una gara nei primi 45' e poi nella ripresa decidere di fare harakiri.

E allora del sogno europeo di qualche settimana fa, che cosa è rimasto. Aveva ragione qualcuno nel dire che bisognava rimanere con i piedi per terra, senza farci troppe illusioni, perchè oggi ci siamo risvegliati da un sogno e abbiamo di fronte un incubo.

 

Se non c'è nessuno che la butta dentro quella benedetta palla non vinceremo mai e allora invece di perdere tempo a rilasciare interviste patetiche e noiose, pensiamo a risolvere il problema principale……chi è che segna?

Possibile che dai tempi di Enrico Chiesa non si riesca più a trovare una punta che garantisca una quota reti sufficente a tenere la squadra a galla. E anche Lei caro Presidente, che troppe volte (certamente per impegni di lavoro) è rimasto lontano dallo stadio, ha il dovere di farsi sentire per dare una nuova scossa a tutto l'ambiente.

Domenica ci aspetta una di quelle partite proibitive e dobbiamo presentarci all'appuntamento con lo spirito giusto e molta rabbia agonistica.

Abbiamo imboccato una strada che con forza e impegno dobbiamo abbandonare, ma per invertire questo trend negativo dobbiamo tornare a remare tutti dalla stessa parte.

LALLO MENICONI.