Lettera di Andrea Sordi al presidente Antonio Ponte
Carissimo Presidente Ponte,
sento il dovere morale di ringraziarLa per le Sue iniziative a favore della Robur.
La incontrammo la prima volta con il famoso 40-40-20, e fu subito “B”. C’era voluto mezzo secolo per uscire dal pantano della “C” e con il Suo contributo coronammo quel sogno. Si dice che nella battaglia del post Pastorello Lei abbia trovato conforto in una sontuosa liquidazione. Io non mi scandalizzo, non credo ai Mecenate; se esistono, sono eccezioni e non sempre positive!
E’ tornato in soccorso del Siena quando anche l’ultimo beneficato bottegaio le aveva voltato le spalle. L’ha presa, l’ha fatta rinascere da zero, l’ha riportata in un campionato meno offensivo della “D”.
Aveva un sogno: andare “di filata” in “B”, non l’è riuscito. Grazie lo stesso, anche per aver messo in ordine i conti!
Ma dopo tanto miele, ora deve avere la pazienza di sorbire anche un po’ di amaro.
Le premetto che non sarò tenero.
Credo che la contestazione di ieri pomeriggio sia legittima e doverosa (…. l’avessimo fatta con tale ruvidità in altri momenti!).
Legittima, perché la tifoseria bianconera, sempre più ristretta, (l’aveva notato?) non ha la campanella al naso e capisce perfettamente quando le cose non vanno, non possono andare e non andranno.
Non vanno se gli organi tecnici affermano una cosa e la dirigenza un’altra, non possono andare quando i conclamati “giocatoroni” altri non sono che ex atleti ovvero personaggi modesti in cerca d’autore: rapida, infatti, la loro uscita di scena.
Non potranno andare se, allontanato un allenatore, accusato di non essere in grado di centrare la promozione diretta, viene ingaggiato un altro il cui “cursus honorum” non è certo rassicurante. Il tutto condito da una rivoluzione tecnica, dettata da esigenze di bilancio!
Doverosa, infine, risulta la contestazione dal momento in cui sembrano cogliersi dinamiche tutt’altro che rassicuranti. Ad esempio la sconfitta con il Tuttocuoio, allucinante per il modo in cui si è verificata e preoccupante per le presunte motivazioni, è apparsa inaccettabile e non scusabile per il totale disinteresse agonistico di chi andò in campo.
Che dire del secondo tempo di Carrara? della partita di Rimini ovvero di quella interna con il Santarcangelo? E di Macerata e Foggia che dovremmo aggiungere? Si parla di cinque incontri dove abbiamo incassato la bellezza di 17, diconsi diciassette, reti!
Non sussistono, dunque, i motivi per riflettere criticamente sulla conduzione tecnica?
Non esistono, anche, fondati dubbi che la Famiglia Materazzi non sia stata all’altezza del compito assegnato?
E’ di tutta evidenza che l’arroccamento su posizioni indifendibili La espone a contumelie ed offese. Giuste o sbagliate che siano, potevano essere evitate con la dovuta intelligenza, che non Le manca, e la necessaria flessibilità che, invece, sembra difettarLe.
Mi creda, non penso minimamente che la vittoria di ieri abbia risolto i problemi: è una pecetta e nulla più. Sabato a Roma potremo essere ancora in balia della solita confusione tecnica e tattica, riconoscendo, così, una caratura all’avversario di turno molto più importante di quella che realmente ha.
Mi duole dirlo ma questa squadra e questa conduzione tecnica (….Famiglia compresa!) non è più credibile!
Come non è credibile questo stallo dirigenziale con certi personaggi che non sanno né parlare, né tacere!
E’ doveroso pensare al futuro, ma le minestre riscaldate non sono buone neanche all’ECA (più volgarmente la mensa dei poveri)!
La saluto con stima e gratitudine, anche se non posso condividere sempre il Suo modus agendi.
Andrea Sordi.
P.S. non è sempre vero che i Senesi sono accidiosi e quindi rancorosi nei confronti di chi fa e/o agisce. Magari, fosse così! Avremmo salvato il “Monte” e la Città tutta. Il dramma vero che i più sono servili verso il potere e non già “….. ribelli ai tiranni….”. Ma questa è un’altra storia!