Lettera alla redazione: Maccarone Si Maccarone no ..
Come in ogni mercato che si rispetta le attese sono tante da parte dei tifosi. Si vorrebbe trovare quelle certezze che alla prima delusione si sciolgono come neve al sole. Umore labile quello di noi passionali tifosi. Sempre pronti ad esaltarci appena due o tre prove ci confortano per cadere nella depressione a seguito di altrettanti prove negative. Poco importa se magari dietro alla mancanza del risultato c’era stata comunque una prestazione positiva. La posizione e i punti son quelli che contano nell’immaginario del tifoso. E’ così e non potrebbe essere altrimenti. Se no che passione sarebbe? ? E così riemergono vecchi dubbi e la razionalità impone una valutazione già fatta in estate in tempi non sospetti. Questa squadra manca di qualcosa là davanti. Ed ecco che la mente passionale perde il contatto con la realtà e si aspetta chissà quale campione o certezza. Ma di certezze, con questi budget e specie a febbraio non ve ne sono. Questa è la realtà: nuda e cruda. E allora rispuntano quelle che hanno scritto in un recente passato pagine gloriose della nostra maglia. Come dimenticare i quasi 50 goal e le prodezze di Livorno, Milan, Inter e Fiorentina del possibile figliol prodigo Maccarone? Io, noi tutti abbiamo goduto ai suoi goal e lui ha sventolato la maglietta sotto la curva facendosi anche espellere. Poi la serie B, i mal di pancia e le occasioni professionali e una rendita economica nella casse societarie non disprezzabile. Quasi 5 mil.di Euro. Un affare per tutte e due. Certo il suo sostituto, Mastronunzio, è stato un flop. Notevole. Come resa professionale e come esborso per l’acquisto e contratto. Ma siamo in serie A e questo è quello che conta. Passiamo oltre. Oggi si vocifera un possibile ritorno del Maccarone. La cosa apre dibattiti e discussioni. Da una parte i possibilisti dall’altra gli intransigenti. Certo l’operazione sarebbe a grande rischio. E’ inutile negarlo. Massimo viene da vicende personali e professionali disastrose. A Palermo chiuso dai colleghi a Genova invischiato nella drammatica retrocessione e nell’improbabile risalita. Il tutto condito da problemi personali tristi. In poche parole: un atleta da ricostruire. Psicologicamente sicuramente e da valutare atleticamente data la sua non giovanissima età. E poi c’è il discorso dell’ingaggio sempre e comunque alto. Questi sono gli aspetti negativi certamente.
L’altra medaglia della storia del “Macca” alla Robur ci dice che già quando arrivò per la prima volta dall’Inghilterra via Parma era in una crisi professionale. Panchinaro o giù di lì nella Premier League. Solo fischi e improperi a Parma. A Siena con Simoni, che gli preferì Graffiedi, e poi con l’avvento di De Canio un paio di partite interlocutorie e finalmente lo sblocco: prima a Bologna e poi con il Milan in casa. Se non vado errando ma poco importa. Sta di fatto che di lì comincia il vero rapporto del Big Mac con Siena e il Siena. Stagioni condite da momenti no come per tutti gli attaccanti alternati a periodi al fulmicotone. Specie in primavera. Potenza e goal. Su tutti quello alla Viola ma anche al Milan e poi all’Inter e all’Udinese alla Roma.Fino a contarne ben 49. Il miglior goleador della storia bianconera in serie A. Spesso in doppia cifra. Sinceramente al Maccarone non posso da tifoso volergli male. Ha rappresentato per me giornate e momenti indimenticabili. Poco importa se poi, fra mille tentennamenti, ha scelto la via di Palermo. Prima di lui e senza tanti tentennamenti l’aveva già fatto Karja andando a Genova. E non per questo l’ho dimenticato. Così come Portanova per Bologna.Anche a loro voglio bene. Non potrebbe essere diversamente. Ma il calcio non si fa con i sentimentalismi è chiaro. Si fa con i goal e con i goal i punti, e con i punti la salvezza. E noi avremmo bisogno di questa certezza.Un uomo da sette o otto reti di qui alla fine che ci dia la possibilità di portare a casa punti importanti. E allora concludendo dico che se deve venire un illustre sconosciuto rischio la carta Macca. Se deve venire un possibile bollito, a costi improbabili,fuori dall’agonismo da diversi mesi (Toni, Iaquinta) rischio la carta Macca. Se deve venire il giovanotto di belle speranze: grazie ce l’ho già rischio la carta Macca. Se viene Pinilla o per esempio il laziale Libor Kosak sarebbe diverso. Se il suo ritorno costituisce un esborso importante il gioco non vale la candela. Ma se tutto questo non fosse io, al ritorno del Maccarone non mi straccerei le vesti ma nemmeno farei tanto il permaloso. Che torni e faccia il suo dovere. Poi tutto si appiana ne sono sicuro e coloro che oggi nei Bar si accapigliano e inveiscono contro il suo ritorno sarebbero certo i primi a chiedergli la maglia.
Federico Castellani