L’analisi tecnica di Torres-Siena a cura di Francesco Guidarelli

Finisce a Sassari l’imbattibilità del Siena e non poteva andare diversamente perché la quadra scesa in campo non era quella vista finora, vabbè che la mancanza di attaccanti è un pesante handicap, l’avevamo ben visto con il Cesena, ma nessuno immaginava che i bianconeri sarebbero scesi in campo privi degli attributi che finora li avevano caratterizzati: verve, intensità, contrasto e lucidità.

Tutti elementi che abbiamo trovato invece negli avversari e sui quali hanno fondato la loro giusta affermazione soprattutto nel secondo tempo, dopo aver conseguito il vantaggio sul finire del primo su calcio di punizione.

E’ vero che il Siena ci ha messo del suo commettendo errori, in fase di impostazione il primo e dormita su calcio d’angolo il secondo, a conferma che anche sul piano mentale mancava la giusta tensione e quindi la dovuta attenzione.

Il primo tempo si sono avvertite meno queste carenze perché il piano partita predisposto da Pagliuca è stato eseguito grazie ad una migliore condizione atletica che è calata nettamente dopo il primo gol e ancor più dopo il secondo, mentre gli avversari hanno tratto altre energie dalla mente a quel punto sgombra da ogni affanno per il risultato.

Eppure la formazione era pressoché la solita per 10/11 ma l’assenza di un attaccante di ruolo ha condizionato eccome!

Abbiamo rivisto la coppia Disanto-Belloni preposti ad offendere ma non hanno raccolto nessuna delle pallonate in avanti, per lo più imprecise, che sono cadute nella metà avversaria, hanno preso purtroppo un sacco di botte che hanno portato alla sostituzione del numero 10 ad inizio ripresa quando è entrato Paloschi per connotare il reparto avanzato e tentare di raddrizzare il risultato ma il raddoppio dei padroni di casa ha spento gli ardori senesi.

Effettivamente Disanto e Belloni sono stati nuovamente sacrificati a fare ciò che non possono fare, il loro punto di forza è la velocità ma se non giocano la palla con continuità non riescono a metterla in mostra, il centrocampo bianconero ha manovrato più lentamente del solito e non ha consegnato la palla ai due come dovuto, fermando l’azione in prossimità dell’area per l’assenza di sbocchi.

Favalli e Raimo hanno provato a venire in avanti ma in area mancava chi poteva raccogliere i cross e quindi non si tirato mai in porta.

Anche Collodel ha sofferto particolarmente, da quando Belloni non lo affianca più nel mezzo si recupera meno la palla e, di conseguenza, non si riparte con le folate che avevano caratterizzato il gioco dei bianconeri in questo inizio campionato.

Il centrocampo bianconero non ha garantito con efficacia il solito filtro e la difesa è stata sovraccaricata di lavoro che ha portato all’ammonizione di molti e a ripetuti errori nell’impostazione da dietro, la partita è stata quindi persa per la differente prestazione delle squadre che non ammette recriminazioni, però ci sta.

Anche le sconfitte debbono contribuire alla crescita dell’organico, i ripetuti infortuni purtroppo ne rallentano il percorso ma queste cose succedono e non bisogna piangersi addosso.

Il calendario fitto non aiuta ma bisogna fare “buon viso a cattivo gioco” e ritrovare l’entusiasmo nello scendere in campo, Pagliuca ha onestamente commentato la partita senza cercare scuse, indicando i punti sui quali lavorare per preparare il nuovo impegno ravvicinato.

La prima sconfitta non può intaccare la fiducia espressa dal popolo bianconero nei confronti della squadra e di chi la guida per cui avanti tutta e “sotto a chi tocca!“

Fonte: FOL-foto SEF Torres