L’analisi tecnica di Siena-Alessandria a cura di Francesco Guidarelli

Non ce la fa il Siena a battere l’Alessandria perché fatica troppo per giungere alle conclusioni in porta e quando ci riesce trova spesso i pali che respingono il tiro, anche ieri è successo ma del resto i legni ci sono per tutti e non si può giustificare il mancato successo per la sfortuna.

Pagliuca ha presentato una formazione con la solita difesa Raimo-Crescenzi-Riccardi-Favalli, centrocampo a tre con Leone-Collodel-Belloni e davanti Paloschi centrale con ai lati Orlando e Disanto, forse la più offensiva del campionato, lasciando intuire un piano partita orientato all’attacco.

Il quarto d’ora iniziale ha rispecchiato in pieno quest’idea, molto movimento, frequenti scambi ravvicinati con proiezioni in avanti dei centrocampisti e del solito Favalli, dai piedi del quale sono passati molti palloni poi destinati a Disanto che rappresenta il maggior ispiratore delle azioni d’attacco.

E’ mancato il guizzo finale nell’ultimo metro per trovare la rete, condito dall’imprecisione sulle palle alte, limiti già rilevati molte volte, per cui la grande spinta in avanti non ha premiato i bianconeri.

Il trio a centrocampo ha fatto rivedere fasi brillanti che da tempo non vedevamo ma tutto è durato poco perché l’Alessandria ha preso le misure ed ha cominciato a far valere la proprio fisicità in tutte le zone del campo, inoltre ha iniziato a spingersi verso la porta di Lanni seppur con molte imprecisioni nell’ultimo passaggio.

Tanto è bastato per mettere paura alla tifoseria senese in quanto abbiamo corso dei seri rischi, specialmente sulle palle alte, che potevano farci molto male; purtroppo nel gioco aereo la difesa bianconera non primeggia e tutte le squadre cercano di sfruttare i calci da fermo dato che non tutte hanno la qualità nella manovra offensiva.

Il gioco senese si è sviluppato, come al solito, in prevalenza sulla sinistra sull’asse Favalli-Disanto, con la frequente partecipazione di Collodel, che ha portato i bianconeri in prossimità dell’area alessandrina ma i tentativi di tiro sono stati spesso intercettati dai difensori ospiti.

Sulla destra, stante l’avanzamento continuo di Favalli, Raimo ha limitato gli avanzamenti lasciando ad Orlando, coadiuvato spesso da Belloni, il compito di rimettere la palla in area; il tornante ha messo grande impegno nel lavorare la palla e nel cercare varchi per la conclusione dalla distanza ma ancora non ha trovato la condizione ideale per superare “nell’uno contro uno” il diretto avversario e, ancor più difficile, per sfuggire ai raddoppi di marcatura.

La partita ha trovato così un certo equilibrio anche se sembrava che Il Siena avesse maggiori chances ma i piemontesi hanno tirato fuori grinta e decisione che piano piano hanno limitato il gap evidente in termini di valori tecnici rispetto ai bianconeri.

Il  4-4-2 alessandrino ha infastidito molto i senesi perché la superiorità in mezzo al campo si è fatta vedere quando è emerso l’aspetto atletico della squadra, costringendo i padroni di casa ad arretrare con fatica in aiuto della difesa.

Nella ripresa l’Alessandria ha accentuato ancor più tale caratteristica cambiando alcuni degli interpreti per tentare di aggredire maggiormente il Siena, Pagliuca ha risposto con la sostituzione di Orlando con Meli, per infoltire il centro campo e presentarsi in area con più giocatori tanto più che, mancando spazio, si doveva ricorrere al cross per portare il pallone in area.

Lo spunto di Disanto sulla sinistra con il palo colpito ha confermato che il gol su manovra è molto difficile e quindi c’era da sperare sulle invenzioni individuali per scardinare la difesa avversaria, così abbiamo visto vari tentativi di conclusione dalla distanza di Collodel, Paloschi e Leoni che avrebbero potuto risolvere la questione, soprattutto il tiro del regista bianconero  sembrava destinato in rete ma il portiere ospite ha sfoderato una grande deviazione sul fondo.

I piemontesi però non hanno rinunciato ad attaccare, altre sostituzioni per migliorare l’offensiva hanno consentito loro di rendersi pericolosi impegnando la retroguardia senese in vari modi ma soprattutto sui calci da fermo, sui quali i bianconeri hanno sofferto troppo.

A metà del tempo è entrato Castorani al posto di Collodel che nei tre incontri ha ripreso il posto ma a cui è giusto riservare una riacquisizione progressiva della condizione e sul finire altri cambiamenti per il Siena: dentro Buglio, Picchi e Bearzotti al posto di Belloni, Leone e Raimo.

I centrocampisti senesi avevano speso molto e la loro sostituzione non è stata certo dettata dalla prestazione offerta però c’è da dire che gli innesti disposti da Pagliuca non hanno portato energia e non hanno dato la scossa che in quel momento serviva,.

Un altro pareggio dunque che non accocontenta nessuno e che spinge ad immaginare un andazzo poco emozionante da qui alla fine del campionato, questa è la forza della squadra, lo abbiamo visto chiaramente nelle partite disputate a Siena, dove c’è da fare la gara e gli altri ti aspettano contando su eventuali errori dei bianconeri, che spesso ci sono.

Speriamo in qualche impennata di orgoglio che migliorerebbe l’umore di tutti, la prossima a Carrara ci presenta un avversario scomodo ma siccome il Siena si adegua sempre agli avversari, tranne che con le prime, forse sarà una partita di livello superiore.

Fonte: FOL