La triste storia dell’ex Luigi Caliari: amava il calcio, si ritrovò in guerra
Questa è la triste storia di Luigi Caliari, un ex bianconero a cui non è stato concesso di dimostrare tutto il suo immenso valore. Facciamo un passo indietro nella storia. Era 10 giugno del 1940 quando Mussolini consegnò nelle mani degli ambasciatori di Gran Bretagna e Francia la dichiarazione di guerra. Il Siena militava al tempo in serie B, categoria guadagnata dopo la splendida stagione 38-39 e dignitosamente mantenuta. Nel campionato 1940-41ci fu un cambio ai vertici societari con l’avvento del Cav. Arcangelo Magi di Rapolano al posto dell’Ing. Raniero Ricci, un veneto diventato presidente grazie alla vincita del primo premio della Lotteria di Tripoli. La guerra condizionò non poco il campionato 40-41. Si cercarono in fretta e furia giocatori per completare la rosa, ma non fu facile, molti erano stati chiamati alle armi e altrettanti erano pronti a partire. Grazie alle sue conoscenze nel mondo calcistico, il segretario Alfio Pistolesi riuscì a mettere insieme una buona squadra in cui brillava la stella nascente Luigi Caliari. Il giovane ha 21 anni quando arriva in maglia bianconera ed è reduce da tre ottimi campionati di serie C con la maglia della Falck Sesto San Giovanni. Ottima tecnica e una velocità impressionante erano le sue caratteristiche principali, tanto che l’allenatore Alberto Macchi lo trasformò da centrocampista ad ala. Caliari è nel mirino dell’Ambrosiana che aveva spinto il giocatore a disputare una stagione in serie B. Il 20 ottobre 1940, nella partita persa sul terreno di Pisa, il suo esordio con la maglia bianconera, una grande prestazione che non servì ad evitare la sconfitta. Seguirono altre nove partite consecutive, dove Caliari risultò sempre tra i migliori in campo. Ma il destino era in agguato e si presentò sotto forma della cartolina militare. Il 12 gennaio 1941 disputò la sua ultima partita contro il Verona e il giorno successivo abbandonò la divisa bianconera per indossare quella grigio verde. Partì subito, destinazione il fronte africano di Tobruch. La vita cambia radicalmente per Caliari, non più allenamenti su un campo di calcio, ma tante azioni di guerra in mezzo a tanti pericoli. I sogni calcistici di Caliari furono riposti in un cassetto, lasciando il posto solo alla speranza di salvare la pelle. Quel cassetto non verrà più riaperto. Poco tempo dopo il suo arrivo al fronte, in un’azione militare, Caliari fu colpito da una granata. Un dolore immenso alla gamba destra che fu gravemente danneggiata. Supplicò i medici, pregò, implorò di salvargli l’arto, la sua speranza e i suoi sogni, ma la gamba era irrecuperabile e gli venne amputata!
Caliari venne rimpatriato nella sua Milano, i sogni sono rimasti nel deserto libico e di lui si saprà poco o nulla, solo che non ha più assistito ad una partita di calcio. (Nicnat)
Fonte: FOL