La trasferta vista dal Frensis: Audax Rufina vs Siena

La trasferta dei Fedelissimi parte sempre dal club con la complicità di chi si alterna ai fornelli per farci stare insieme ben prima del calcio di inizio. Si parla un po’ di tutto: probabili formazioni, l’avversario di turno e dell’arbitro che deve essere all’altezza della sfida, ma l’argomento più dibattuto è il tempo che si impiega a raggiungere qualsiasi campo sportivo e la risposta è ogni volta la stessa: un ‘ ora e dieci minuti. Com’è capitato altre volte partiamo col pulmino del Ricci gentilmente messo a disposizione. Carichiamo striscioni e bandiere e ben oltre i 70 minuti preventivati arriviamo alla Rufina in provincia di Firenze. L’ ampio parcheggio è davanti all’impianto e subito si intravedono steward e forze dell’ordine che, a dire il vero, per la categoria possono apparire un po’ eccessive. A differenza di altri campi il biglietto per la gradinata coperta è di 10 euro invece che 12. All’ingresso i Carabinieri non ci perquisiscono ma ci chiedono di verificare le scritte sugli striscioni e quando terminiamo di esporli le squadre entrano in campo. La struttura è adeguata e ben tenuta, il terreno di gioco è all’altezza della sfida. Inizia subito un tifo incessante e sia noi che i sostenitori di casa stazioniamo nei gradoni divisi da un cordone di steward coadiuvati a distanza dai carabinieri della compagnia operativa. Facendo una stima approssimativa sono circa 150 i tifosi a sostenere la Robur e, tenendo conto che a Siena si stanno celebrando molti banchetti di chiusura dell’anno contradaiolo, il numero scalda il cuore. In questa categoria siamo il dodicesimo uomo in campo e il nostro buon senso, la nostra civiltà, la nostra esperienza in stadi più prestigiosi servono da deterrente per non lanciare offese gratuite o azioni violente. In questi campi la frequentazione coi tifosi avversari è un fattore inevitabile. I bagni sono in comune o sotto il settore della squadra di casa e l’unico bar viene preso d’ assalto visto che in Eccellenza non ci sono norme che vietino la somministrazione neanche del kerosene. Comunque, il Siena passa e il pubblico di casa numeroso, rimane ammutolito. Inaspettatamente giunge il loro pareggio e l’ambiente si carica. Masini commette un fallo di gioco e uno steward lo invita ad andare a vedere cosa c’è sotto la coda del cavallo (citando un celebre stornello del maestro Baldi). Il fattaccio non passa inosservato e la ” fogata ” parte spontanea. Fine primo tempo e tutti al bar con la birra che scorre spumeggiante nonostante i primi freddi. Il tifo riprende diretto dai ragazzi della curva. I Fedelissimi sono tanti e ben rappresentati con in testa il loro presidente. Tra cori, tamburi, megafoni, sciarpe e striscioni giungiamo al raddoppio. Il terzo gol ci mette al riparo da ogni sorpresa e il canto della Verbena esplode fragoroso. A fine partita i giocatori chiamati a gran voce, corrono a intonare insieme a noi Squilli la fe’. Gli spalti si svuotano e la carovana bianconera può fare ritorno verso l’amata patria al grido di “salutate la capolista”. E come ebbe a dire il compianto Caio Buio: ” zitti, ‘un c’avete nemmeno la targa”!

Francesco Ducci