La Robur ha bisogno di noi!
Troppo spesso nel mondo del giornalismo sportivo si abusa delle frasi fatte. Provate a contare quanti “match scudetto” si giocano in un anno, quante “sfide decisive per la salvezza” e via dicendo. Siena-Atalanta non sfuggirà di certo a questo esercizio. Da qui a maggio ogni gara rappresenterà per il Siena una finale (altra banalità…) e domenica inizia il tour de force. Se per gli orobici fare a punti a Siena rappresenterebbe un ulteriore passo in avanti per la tranquillità (+ 6 dal Siena), la Robur ha l’obbligo inequivocabile di far suo l’intero bottino, insomma sarà la madre di tutte le “gare decisive”. Battere l’Atalanta significherebbe dimezzare il distacco nei confronti dei nerazzurri, spingendoli sempre più nella crisi che li sta attanagliando (una vittoria nelle ultime 10 partite). I freddi numeri, i dati reali, le statistiche servono per far capire meglio l’importanza assoluta della partita che si svolgerà al Franchi domenica prossima, qualora qualcuno avesse ancora dei dubbi…
Nel calcio, però, come in tutti gli sport, per raggiungere i traguardi non serve solo volerlo e nemmeno giocare meglio dell’avversario, ci vogliono soprattutto volontà di ferro, cuore, fortuna e quel pizzico in più di grinta che nella vita fa la differenze. I ragazzi di mister Iachini stanno dimostrando di avere le qualità per centrare l’impresa, lo ha fatto vedere più volte nel corso dell’ultimo mese. Siamo consapevoli, quindi, che chiunque scenderà in campo con la maglia bianconera darà il massimo. Quello che volevamo sottolineare, per arrivare al succo del discorso, è capire quanto ancora i tifosi (cioè noi) credono nella salvezza.
L’attuale campionato del Siena è stato tribolato per mille e mille motivi, adesso sta (almeno) ritrovando una certa continuità di risultati sul campo e sta recuperando molti scettici. Moltissimi tifosi, però, paiono non voler credere più alle speranze, seppure limitate, di salvezza, come i posti vuoti sugli spalti dello stadio stanno dimostrando. Più volte abbiamo insistito, da queste colonne, sull’importanza per una realtà piccola come la nostra, di avere un ambiente unito e compatto verso un unico obiettivo. Per questo ci riproviamo e seppur non vogliamo chiedere a nessuno di cambiare idea e pensiero sulle vicende societarie, ci sentiamo di rivolgere un accorato appello a tutta la tifoseria perché domenica prossima costituisca, per davvero, l’elemento in più, il cosiddetto “dodicesimo uomo” (e vai con le banalità…).
Mai come adesso la Robur ha bisogno dell’affetto di chi gli vuole bene, di chi ha sofferto e goduto insieme a lei. La nostra città sta vivendo un momenti particolare che ci porta ad essere spesso irrisi dai mass media nazionali. Lo sport non c’entra nulla, ma cerchiamo di fare, almeno noi tifosi senesi, uno scatto d’orgoglio, facciamo sentire la nostra voce, la voce della passione vera, senza secondi fini. Potrebbe anche non contare nulla, ma almeno possiamo dire di averci provato.
Antonio Gigli
Fonte: Fedelissimo online