La pagella dell’arbitro di Siena-Scandicci a cura di Mario Lisi

Chi prevedeva un arbitro non toscano bensì del “ruolo scambi” a dirigere il big match tra Siena e Scandicci non l’ha per nulla azzeccata perché la gara è stata assegnata al pratese Bonaventura Corti, un ragazzo di cui nell’ambiente si dice un gran bene e per questo messo alla prova in un incontro di cartello in “Eccellenza”. Un nome, il suo, curiosamente già piuttosto illustre perché omonimo di quel Bonaventura Corti che visse dal 1729 al 1813 e che fu sacerdote, scienziato e botanico.

Reso omaggio all’originalità dei suoi genitori al momento di dargli il nome di battesimo, il nostro Bonaventura (inteso come l’arbitro) è stato protagonista di un’ottima prestazione nonostante sia stato ingenerosamente più volte “beccato” dal pubblico senese. Il fatto è che, per assicurare la giusta fluidità al gioco, lo ha interrotto solo nei casi in cui era strettamente necessario, evitando di fischiare scolasticamente per trascurabili minuzie, ed ha saputo farlo mantenendo sempre lo stesso metro di giudizio, cosa vi assicuro non facile specialmente in una gara che, soprattutto nella ripresa, è diventata piuttosto “sporca” con le due squadre che si affrontavano in modo sempre più confuso e concitato. È qui che si vede la classe e la personalità di un arbitro confermata del resto dall’esiguo numero di ammonizioni a cui Corti è dovuto ricorrere.

Un’ottima immagine, evidente disinvoltura e padronanza di sé nello stare in campo completano il quadro di questo direttore di gara che, se come si dice “il buondì si vede dal mattino”, potrà fare davvero molta strada.

Unico neo (peraltro comune a quasi tutti i suoi colleghi anche in Serie A…) è la poca attenzione dedicata alla corretta effettuazione delle rimesse con le mani dalla linea laterale che ormai i calciatori eseguono in modo scomposto e senza aver cura di tenere entrambi i piedi a terra.

Buonissima anche la prova dei due assistenti se si eccettua l’antiestetica differenza di tempo impiegato per controllare la rete delle porte all’inizio dei due tempi di gioco con uno dei due che ha dovuto entrambe le volte attendere che l’altro avesse provveduto al controllo prima di potersi avviare contemporaneamente a prendere posizione lungo le rispettive linee laterali com’è raccomandata consuetudine. Perché, in mancanza di ben altri motivi di critica, anche certi particolari finiscono per avere la loro importanza.

VOTO   7 ½

Fonte: FOL