La pagella dell’arbitro di Siena-Cesena

Prima di passare alla “pagellina” dell’arbitro Marco Monaldi di Macerata, che non ha perfettamente diretto il match Siena – Cesena, occupiamoci dei due episodi principali dell’incontro vale a dire i due gol annullati ai cesenati sui quali anche il mister ospite ha recriminato a lungo nel dopogara.

Primo caso, minuto 34: c’è Shpendi che segna di coscia a pochi centimetri dalla linea bianca della porta senese ma è in evidentissimo fuorigioco.

Meno chiaro il secondo caso al 33° della ripresa: ancora Shpendi, in area di porta ed in inequivocabile posizione di fuorigioco, vede passarsi il pallone diretto in rete a pochi millimetri dal piede; le immagini rallentate non fanno chiarezza sul dubbio che l’abbia toccata o no. L’arbitro è parso convalidare ma l’assistente è stato irremovibile sul fuorigioco, forse avendo visto dal suo punto di osservazione un impercettibile tocco dell’albanese o molto più probabilmente interpretando la ravvicinatissima presenza del giocatore sul pallone come intenzione di partecipare al gioco. Questione di lana caprina come a volte capita nel calcio, però tutto sommato buon per noi!

Venendo alla prestazione del direttore di gara non è parsa autorevole come quella che ci si attende da un “quinto anno” di categoria. Apprezzabile, pur di fronte ad una partita apparsa subito tignosa e combattutissima, non aver ceduto alla tentazione di mettere troppo presto mano ai cartellini gialli e di aver coraggiosamente optato per quello che si definisce un arbitraggio “all’inglese”. Ma per far questo, da parte di un arbitro, ci vuole molta personalità perché, se “si fa giocare” ma i falli continuano, vuol dire che i contendenti in campo la personalità dell’arbitro non la stanno proprio subendo…

Dunque, approssimandosi ormai la mezzora di gioco, Monaldi avrebbe dovuto rendersene conto ed essere già mentalizzato sul fatto che a quel punto era maturo il momento di usare il cartellino. Ma quando (minuto 25) Disanto viene toccato duro da tergo, perde la sacrosanta occasione per farlo, anzi non ci sono né calcio di punizione né il dovuto “giallo”; conseguenza: un bianconero si fa giustizia da solo ma anche lui viene salomonicamente graziato dalla giusta sanzione disciplinare che ci stava. Alla fine il capro espiatorio è Ciofi del Cesena, manco a dirlo ammonito di lì a poco per un fallo come tanti se n’erano già visti. Da quel momento, tuttavia, niente da dire sui successivi provvedimenti disciplinari presi dal direttore di gara ma questi è andato comunque avanti a sprazzi, alternando giuste decisioni tecniche ad incredibili svarioni come il non aver fischiato per un plateale e prolungato abbraccio ai danni di Paloschi sotto gli occhi, peraltro, di un assistente poco attento anche lui.

Una prova tutt’altro che brillante, insomma, quella del maceratese Monaldi che – sia detto a suo discarico – forse si è fidato troppo della propria esperienza non adeguandosi prontamente e mai del tutto ad un tipo di partita che richiedeva da parte dell’arbitro più l’uso della spada che quello del fioretto. VOTO    5,5

Fonte: FOL