La Nazione: I drammi dello sport senese
Buoni a nulla ma capaci di tutto Ecco chi temere
Bisogna sempre temere chi non ha niente da perdere. Sono coloro che possono fare più danni, lasciarsi dietro macerie, perché la loro situazione personale è già minata e quindi cosa potrebbe accadere di peggio? Una delle etichette più graffianti coniate da Leo Longanesi era ’buoni a nulla ma capaci di tutto’. E a guardare la situazione del Siena calcio, il quadro generale dello sport professionistico senese, alle prese con il dilemma degli impianti, il ricordo di Longanesi viene a galla come un rigurgito.
Partiamo dal presidente Emiliano Montanari e dalle sue continue esternazioni che vorrebbero essere spiritose, ma in realtà sono solo provocazioni. Solo per restare alle ultime settimane è indagato per ’indebita compensazione fiscale’ e ha subìto perquisizioni dalla Guardia Finanza, con gli inquirenti che puntano a verificare se siano legittimi quelle agevolazioni fiscali per presunti corsi di formazione ai dipendenti. Gabriele Gravina, presidente della Figc, vorrebbe chiudere questa parentesi sciagurata per il Siena, che per dieci anni ha giocato in serie A e battuto almeno una volta tutte le grandi del calcio italiano, affidando al Comune e al sindaco una società che possa aspirare all’iscrizione in serie D. Anche i giocatori sono stanchi, hanno messo in mora Montanari per gli stipendi non pagati. Il presidente è solo, ma non ha nessuna intenzione di mollare, almeno a parole. La spallata decisiva può esserci nei prossimi giorni, la mossa capace di far saltare tutti i bluff del presidente. Che potrebbe anche presentare la solita valanga di ricorsi, che non porterebbero a nulla.
Più complicato il dossier Palasport. In questi giorni gli uffici tecnici del Comune verificheranno le mancanze e i rischi del PalaEstra e valuteranno l’ipotesi di un passaggio davanti alla commissione provinciale per la sicurezza, coordinata dal prefetto. Solo dopo qualche garanzia tecnica sullo stato di salute, la sindaca Nicoletta Fabio potrebbe pensare a una deroga per Emma Villas, Mens Sana e altre società. Semmai con una capienza massima ridotta. (Pino Di Blasio)
Fonte: La Nazione