La Nazione- Dal record di punti alle critiche. Tre anni vissuti tra alti e bassi.

E’ stato presidente della Robur, all’epoca ancora Ac Siena, per tre anni scarsi, ovvero dalla fine di marzo del 2007 al gennaio 2010. Quello di Giovanni Lombardi Stronati a Siena è stato però un periodo particolare, ricco di alti e bassi. Dopo il passaggio delle quote avvenuto in fretta e furia visto l’aggravarsi purtroppo decisivo delle condizioni di salute di Paolo De Luca, Stronati prese in mano il timone del club in una stagione particolare, con una salvezza raggiunta all’ultimo tuffo battendo la Lazio al Franchi grazie alla zampata nel finale dell’ex Paolo Negro. Dopo, nelle settimane immediatamente successive, la nuova società decise di cambiare direzione tecnica e staff. Via Giorgio Perinetti (che andrà al Bari per un triennio da favola prima di rientrare in bianconero) e Mario Beretta, nonostante il residuo anno di contratto. Dietro la scrivania arrivarono Zanzi e Gerolin, rispettivamente direttore generale e sportivo mentre per la panchina su scelto Mandorlini. L’inizio del progetto dell’imprenditore romano però fu tutt’altro che semplice. I risultati non arrivavano, molti giocatori erano scontenti e la classifica nonostante i proclami iniziale piangeva malinconicamente. A novembre tornò Beretta e la squadra, rinforzata a gennaio da elementi di valore come Kharja e Coppola, inverti clamorosamente la tendenza conquistando il record di punti in serie A del Siena, 44. Gli stessi dell’anno successivo quando la scelta in panchina ricadde sull’emergente Giampaolo e in estate fu confermata la gran parte della rosa della stagione precedente con qualche aggiunta di qualità vedi Curci, Calaiò e il colombiano Zuniga, poi rivenduto con una grande plusvalenza al Napoli dodici mesi più tardi. In quella estata (2009) iniziarono però i primi veri problemi anche nei rapporti con tifosi (nella foto un corteo di contestazione) e città. L’indebolimento della rosa parve evidente così come la forzatura di tenere uno scontento Giampaolo, poi silurato per affidare ad interim la squadra a Baroni poi a Malesani. Il clima che si respirò a novembre al Franchi nella gara di Coppa Italia contro il Grosseto fece chiaramente intendere che il tempo per Lombardi Stronati a Siena era ormai agli sgoccioli. Il passaggio delle quote a Mezzaroma, capitolino come Stronati, si concretizzò a metà gennaio quando ormai la situazione di classifica era compromessa. All’epoca però sembrò la panacea di tutti i mali. La realtà fu invece molto diversa. Ma questa è un’altra storia. Guido De Leo

Fonte: La Nazione