LA GUERRA DEGLI STRISCIONI
Il Senato aveva aggiunto una norma al decreto (l’articolo 2 bis) per vietare negli impianti sportivi striscioni, cartelli, simboli, emblemi, nonchè cori “relativi ad organizzazioni di sostenitori i cui partecipi siano stati condannati per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive”. Per i trasgressori, ai quali veniva intimato di ripiegare gli striscioni o di interrompere i cori, era stata prevista a Palazzo Madama la stessa pena stabilita per la resistenza a pubblico ufficiale: la reclusione da sei mesi a cinque anni. Ma le commissioni della Camera modificano il testo: sono vietati negli impianti sportivi striscioni e cartelli “che comunque incitino alla violenza o che contengano insulti e minacce”. Punto. La violazione del divieto, si aggiunge, è punita con l’arresto da tre mesi ad un anno.
fonte: www.gazzetta.it