LA GAZZETTA PRESENTA SIENA-CATANIA
Walter Zenga contro Marco Giampaolo. Due degli allenatori più quotati a confronto. Uno spavaldo, l’altro riservato. Un po’ come la sfida Siena- Catania. Che sembra un confronto fra livelli differenti del campionato. Possiamo ancora definire questa partita uno scontro diretto per la salvezza? Zenga: «Qualche giorno fa entrando in un negozio a far la spesa ho trovato un cartello con su scritto “Catania -26”. Questa è la mentalità che mi piace». Sembra un aneddoto sbocciato dalla fantasia del tecnico del Catania che invece ne assicura la veridicità. E Giampaolo? A maggior ragione, dello stesso avviso: «Per il Siena che naviga sulla linea di galleggiamento si tratta di una gara importante ma i 14 punti danno al Catania più serenità. Ha ragione Zenga però che valuta con prudenza la classifica perché ancora troppo presto». Se chiedete infatti a Walter quanto sia difficile far finta di nulla ed evitare di guardarla, la graduatoria, con quel secondo posto che sembra uno sberleffo, lui non fa una piega: «Non è affatto complicato e poi non siamo gli unici. Esistono altre realtà come la nostra in Inghilterra, in Germania o nella nostra B, come il Grosseto il Sassuolo, che raccolgono ottimi risultati. E non esistono segreti al di fuori del lavoro. Ve l’avevo detto in ritiro che avremmo stupito: non mi credevate ».
Mal di trasferta Il Catania da un anno mezzo va alla ricerca della vittoria in trasferta, è in fondo l’unica perla che manca a questa collana d’inizio torneo: «Ma non vorrei che diventasse un’ossessione. Non pensiamoci troppo e prima o poi arriverà. Non dimenticate però che affrontiamo una squadra molto forte, con alcuni ottimi giocatori come Frick, Calaiò, Maccarone e bene allenata». Sull’altro piatto della medaglia infatti c’è il Siena che finora proprio come i siciliani in casa non ha mai perso e non ha subito gol: «Il Catania spiega Giampaolo ha fatto risultati importanti anche in trasferta, i 2 pari con Juve e Reggina. Stiamo parlando di un totale di 3 trasferte, in un torneo che mi sembra molto più equilibrato in assoluto. Dove si contano finora pochissime vittorie esterne. Negli ultimi 2 anni c’è stato un cambiamento radicale nel sistema di gioco, non più qualità, molta più fisicità. È mutato il modulo, molti giocano con i 3 difensori e i 5 centrocampisti e questo perché non ci sono più le ali classiche e quelle poche esistenti sono straniere come Quaresma, Mancini o Taddei».
Fonte: La Gazzetta