La bestemmia e la risata di Paolo Brogi

Se trovate un’ottimista sul futuro della nostra Robur portatelo subito al museo perché è una rarità assoluta, di quelle da tutelare. La stragrande maggioranza, di cui faccio parte, ne ha viste troppe negli anni per concedere un briciolo di fiducia a questa nuova reggenza bianconera la cui priorità è abbattere il monte stipendi, vendere quelli che hanno mercato e infischiarsene di chi va in scadenza tra pochi mesi. Contratti corti e siamo tutti in discussione sono i concetti fatti passare dalla società. Tradotto significa pochi investimenti nemmeno su chi meriterebbe un po’ di fiducia e se le cose vanno male si cambia e poi si cambia ancora come se niente fosse. Magari arriveremo a giugno e a disastro completato ci sarà chi verrà colpevolizzato e cacciato, mentre noi ci troveremo davanti l’ennesimo fallimento annunciato senza la minima consolazione.

Allora sarà tardi per andare a cercare tizio o caio, per rivolgersi al solito comune che ha assunto un atteggiamento della serie ‘A casa tutti bene’. Saremo invece tutti qui a bestemmiare, mentre chi la Robur ce l’ha sullo stomaco si farà delle grasse risate. Ma la cosa più grave è un’altra. L’attuale Robur sembra un vero e proprio muro di gomma in grado di reggere come se niente fosse qualsiasi impatto non spostandosi nemmeno di un centimetro. Se la <gente è incazzata> come diceva il grande Marco Bacchini della Nazione a questi non frega proprio niente. Basta vedere quanto ci tengono a spiegare, avendo azzerato praticamente ogni tipo di comunicazione con i media e con l’esterno. Il concetto è semplice, noi siamo i padroni e facciamo come ci pare, voi accontentatevi di venire allo stadio, giusto perché adesso si può fare e magari rimpiangendo il periodo in cui le partite si potevano vedere solo da casa.

E poi si naviga a vista senza capire bene chi fa parte del progetto o chi è fuori, chi ha certe competenze e chi invece è lì per fare numero. E ancora chi comanda davvero tra le varie componenti armene del passato, del presente e del passato che ritorna. Ma tanto, per ribadire il concetto, ‘A casa tutti bene’. In questo desolante deserto bianconero provano a muoversi l’allenatore Pasquale Padalino e il suo staff. Non conoscevo l’ex difensore del Foggia di Zeman, se non per averlo scelto in un vecchio fantacalcio quando vestiva la maglia della Fiorentina. Ebbene la sua conferenza stampa di presentazione mi ha fatto apprezzare una persona competente, sincera e comunicativa. Quasi uno spreco per la Robur attuale. Lui è stato preso per allenare la squadra e lo sta facendo al meglio, con giocatori che oggi ci sono e domani magari no, con scelte davvero limitate in quasi tutti i reparti.

La brutta sensazione è che il buon Padalino sia chiamato a fare con quello che passa il convento e se le cose non dovessero funzionare sarà sicuramente e solo colpa sua. E poi? Poi altro giro e altra corsa. Magari ripescano Maddaloni che è sempre lì e nel frattempo chissà quante altre partite di serie C si sarà visto. Tra poche ore ci sarà la partita contro l’Imolese, tra otto giorni quella di Reggio Emilia e tra nove chiuderà il mercato. Ebbene non manca molto per cominciare almeno a intuire cosa ci aspetta. Io sono pessimista e pronto al peggio anche se spero di sbagliarmi e di essere poi indicato come il bischero che non ci aveva capito niente. Credetemi, lo accetterei con un largo sorriso. Invece, purtroppo, la sensazione è quella della bestemmia e della risata. La prima tristemente nostra, la seconda quella degli altri. (Paolo Brogi)

Fonte: FOL