L’EDITORIALE di Nicola Natili

La solita grande abnegazione, un impegno costante e ammirevole, qualche buona cosa, ma anche tanti dubbi.  Questo, in poche parole, il Siena visto ieri sera.

Cominciamo dalle note liete.

Il Siena visto ieri sera ha convinto soprattutto per la prestazione della difesa il reparto falcidiato da Palazzi e dalla cessione di Rossettini. Ottima prestazione di Felipe e Neto, che hanno dimostrato di essersi già calati nella realtà e di Contini, esperto e efficace quanto basta. Non nascondiamo che nutrivamo qualche dubbio, non per la qualità degli interpreti quanto per il fatto di ricominciare da zero, ma se il buongiorno si vede dal mattino c’è da essere fiduciosi. Con Belmonte out per diverse settimane, con Dellafiore che non ha convinto del tutto, in attesa di vedere l’adattamento di Martinez al calcio italiano, rimane solo Paci e si dovrà valutare la necessità di aumentare l’organico del settore.

Buona la prestazione del settore centrale, con un Mannini finalmente ritrovato e il solito grande, immarcescibile Capitan Vergassola che sembra aver esorcizzato la carta d’identità. Ci è piaciuto a tratti anche D’Agostino, anche se la marcatura riservatagli da Ventura lo ha limitato nelle sue geniali giocate e il solito Del Grosso, sempre più anima e cuore della squadra. Al di sotto delle aspettative il giovane Verre, che ha pagato l’emozione del debutto, ma il ragazzo ha stoffa e avrà modo di dimostrarlo. Il tutto in attesa del recupero di Bolzoni e del tesseramento di Rodriguez che sicuramente saranno utili durante la stagione.

E veniamo alle note dolenti, l’attacco.

Bogdani e Calaiò, non si sono certamente risparmiati, hanno lottato su tutti i pochissimi palloni giocabili arrivati nei loro paraggi, hanno cercato la conclusione in più di un’occasione, ma di pericoli reali il portiere Gillet ne ha corsi pochissimi, forse nessuno.

Il reparto avanzato è quello che più di tutti richiede robusti e validi innesti, giocatori con caratteristiche che ben si possano adattare allo schema tattico proposto da Serse Cosmi. 

Mancano due giocatori, uno di fantasia, un attaccante capace di creare la superiorità numerica, un folletto e un finalizzatore affidabile da affiancare a Calaiò.  Ovviamente, secondo la nostra approssimativa analisi, appare sempre di più come una “bestemmia” calcistica la cessione di Brienza. Necessità di bilancio, si dirà, ma ciò non toglie che in questo schema ci avrebbe fatto comodo. E non poco. Dietro alla coppia Bogdani-Calaiò, con Larrondo fuori ancora per qualche partita, scalpitano Giannetti e Paolucci, ma dai segnali di facile lettura che arrivano è chiaro che il loro futuro sarà lontano da Siena.

La palla passa nelle mani della società, che dovrà sfruttare questi giorni di mercato ancora rimasti per completare quelle lacune emerse e più che evidenti. Il campionato che aspetta la Robur – e qui ci ripetiamo –  è il più difficile di tutti i precedenti nella massima serie. Le speranze di salvezza ci sono, ma come si diceva da ragazzi “per giocare agli indiani ci vogliono i fulminanti”, che tradotto vuol dire i giocatori all’altezza. Mezzaroma, Antonelli e Mirra, gli uomini mercato del Siena, hanno intrapreso una strada che potrebbe essere quella giusta, ma fermarsi a due passi dal traguardo annullerebbe tutto il lavoro fin qui svolto. Ancora qualche giorno e capiremo se in questa difficile stagione inseguire la salvezza sarà una chimera o un sogno realizzabile. La squadra, l’allenatore e i tifosi hanno dimostrato di crederci, auguriamoci che la società faccia la sua parte come promesso e come necessità richiede.

Fonte: Fedelissimo Online