L’EDITORIALE di Daniele Magrini

Un bel pareggio. Ben diverso lo 0-0 di Trieste, rispetto ai pari esterni di Pescara e Livorno. Seppure utili, quei punticini arrivarono al termine di prestazioni che appartengono ormai ad un capitolo già chiuso. Il punto conquistato dal Siena a Trieste è invece frutto di una partita in cui la Robur è apparsa squadra matura, compatta e quadrata, in grado di collezionare la quarta partita consecutiva senza prendere gol e di sfiorare, con un finale quasi pirotecnico, la quinta vittoria consecutiva. E qui entriamo nel campo delle cose belle viste al Nereo Rocco, lo stadio dei finti spettatori. Perché le tre belle occasioni – una clamorosa, quella di Larrondo – costruite tra l’85’ e l’88’, sono soprattutto dovute alla capacità di Brienza di creare gioco offensivo nello spazio. Un quarto d’ora davvero incoraggiante quello dell’ex reggino, ben supportato da un volitivo Reginaldo, anche lui subentrato al 77’. Se Larrondo avesse sporcato un po’ la botta ravvicinata, Colombo probabilmente non sarebbe riuscito a respingere. Bravo, comunque, il portiere triestino anche sulla successiva conclusione a fil di palo di Codrea, sventata in angolo.
Dunque, se quello di Trieste fosse stato un match di pugilato, grazie proprio al finale in crescendo, il Siena avrebbe meritato la vittoria. Per il resto è stata una partita equilibrata e ben giocata. Bella la Triestina, stimolata anche dal fatto che una vittoria avrebbe consentito agli uomini di Jaconi, quantomeno il momentaneo aggancio al secondo posto insieme a Empoli e Novara. I triestini hanno trovato anche una buona serie di conclusioni – così come il Siena – ma sono stati realmente pericolosi solo in due circostanze: un colpo di testa di Brosco al 42’, sventato da una gran parata di Coppola, e l’azione al 32’ con la caduta di Marchi in area, mentre stava per tirare a botta sicura. Resta qualche dubbio nel rivedere l’azione al ralenty, ma certamente Ficagna – ancora tra i migliori – ha operato una pressione da dietro con mestiere, con Marchi che invece, probabilmente si è effettivamente lasciato andare come ha visto l’arbitro. Il Siena però non ha mai tremato, pur di fronte ad un avversario che è apparso il migliore tra quelli incontrati, con due giocatori, Antonelli e Testini, davvero bravi nel dare sempre un senso alla manovra offensiva.
Detto del grande impatto sulla partita di Brienza, l’altra nota positiva per Conte – che conferma di riuscire sempre a dare un valore aggiunto alla partita con le mosse dalla panchina – è l’intera partita giocata da Vergassola. Certo non brillante e determinante come sarà tra qualche partita, ma utile e determinato in ogni circostanza. Quella di Trieste è comunque la classica partita in cui a impressionare è stata soprattutto la tenuta complessiva della squadra, senza individualità di spicco (a parte Brienza). E anche questo è un positivo segno di maturità.

Sul fronte delle cose su cui ragionare, c’è la prestazione dei due esterni di attacco. Troianiello in particolare, ma anche Sestu, non sono stati così incisivi come in altre occasione. Rari gli affondi a saltare l’uomo, pochi i cross dal fondo, meno brillantezza del solito. E’ chiaro che il gioco a quattro del Siena, in avanti, ha proprio nella capacità di lavoro ai fianchi, e quindi di allargare la manovra, uno dei suoi presupposti fondanti. Ma la possibilità di avere l’appoggio di giocatori capaci di trattare la palla in avanti – come Larrondo, Calajo e Mastronunzio – può consentire a Conte di lavorare su alcune varianti tattiche. In primo luogo, l’inserimento da dietro dei centrocampisti, in posizione centrale del campo, sulla trequarti, a cercare conclusioni che disorientino le difese avversarie, altrimenti agevolate a chiudere solo sulle ali. Ed è ovvio che questa capacità di percussione dal centro, con gli inserimenti da dietro, possa far perno su gente assolutamente in grado di farlo, in primis proprio Vergassola, autore di una buona dose di gol da questa posizione anche in serie A. Un tema tattico nuovo e stimolante, è invece quello che in positivo emerge dal quarto d’ora di Brienza. Uomo da subentro a partita avanzata, o pedina che via via diverrà fondamentale già a inizio gara? E’ un interrogativo che sa di abbondanza, e al quale certamente Antonio Conte saprà dare le migliori risposte. Da Trieste, insomma, il Siena torna con un bilancio decisamente positivo, in attesa di vedere chi sarà, tre le inseguitrici, a mettersi alle calcagna della Robur. Daniele Magrini Fonte: Fedelissimo online