LEDITORIALE di Daniele Magrini
La matematica, a questo punto, era l’ultimissimo tassello che mancava a completare una stagione cupa, segnata dalle malefatte di Stronati e del suo seguito, artefici primari della retrocessione in serie B. Stagione non rimessa in sesto dall’avvento di Mezzaroma, che ha lasciato solo intravedere i possibili germi della ricostruzione, evidenziando però tutti i limiti di una campagna di rafforzamento a gennaio, timida e rivelatasi inefficace, nel contesto di una rosa mediocre e caratterialmente largamente deficitaria.
Ora la nuova società è chiamata, rapidamente, a battere i colpi giusti per avviare, fin d’ora, la stagione del riscatto. Direttore sportivo e allenatore, poi le riconferme dei pochissimi giocatori che possono rappresentare, in B, un valore aggiunto. Quindi, lo smantellamento dell’ “eredità-Stronati”, i 56 giocatori che sono un peso insopportabile per qualunque bilancio. E tutto questo va fatto senza perdere tempo, ora che la testa è definitivamente sgombra, svuotata da ogni obiettivo stagionale.
Per il direttore sportivo, la sensazione è che Perinetti abbia dato rassicurazioni importanti anche allo sponsor: bene, avanti allora con gli annunci. Perché le parole e le strette di mano non bastano più.
Per l’allenatore, circolano i nomi di un paio di cavalli di ritorno, quali Beretta e Conte. A questi, aggiungeremo anche Papadopulo, il più adatto – a nostro modesto parere – alle battaglie della B. In ogni caso, la parola è a Mezzaroma. Anche perché solitamente i giornalisti che si trasformano in suggeritori, o in super-esperti, fanno solo la figura dei grilli parlanti, inesorabilmente schiacciati dagli eventi.
La partita con il Palermo è una sorta di sintesi perfetta, nella sua imperfezione definitiva, della stagione del Siena. Perfino bello a vedersi nei primi venti minuti. Poi, alla prima occasione del Palermo, ecco il solito difensore che si trova dietro all’uomo d’attacco nell’area piccola, ed arriva la zampata di Cavani. Altra topica tipica della difesa bianconera d’annata – o dannata… – e poco dopo Cassani stavolta colpisce il palo. Poi, ancora faticose manovre in avanti, Ghezzal che si mangia un gol ed ecco il colpo della condanna. Stavolta è decisivo l’infortunio di Pratali, ma Miccoli ha comunque potuto prender palla dove mai avrebbe dovuto. Insomma, anche con i rosanero, la difesa ha distrutto ogni manovra, pur accettabile costruita dai bianconeri. Le venti sconfitte, i 65 gol subiti, sono le cifre della disfatta progettuale che è stata orchestrata nella costruzione di questa squadra.
Ora c’è solo da smantellare e da ripartire dimenticando e facendo tesoro, magari, di qualche esempio positivo. Il Palermo ha pescato almeno due giocatori stratosferici, Pastore ed Hernandez, non avendo paura dell’inesperienza, visto che in due fanno 39 anni!
La serie B dovrà essere un’alchimia sapiente tra giocatori d’esperienza quali Vergassola e Maccarone in primo luogo, ed energiche iniezioni ricostituenti di giocatori di categoria e giovani dal cuore forte e l’orizzonte spalancato.
La società, nell’intervento di metà settimana di Mezzaroma, ha mostrato orgoglio e volontà; lo sponsor, il Monte dei Paschi, è senz’altro il migliore possibile in serie B. La tifoseria e l’ambiente complessivamente, smaltiti i fumi maleodoranti della retrocessione, rappresentano un valore aggiunto.
Piangersi addosso non serve più. Non è neppure tipico del dna genetico della nostra storia di senesi. Tutti, ma proprio tutti, da stasera in poi, abbiamo il dovere di scrollarci di dosso l’ “alibi-Stronati”: il grande burattinaio della retrocessione non è più sbandierabile da ora in avanti. Il passato è dietro le spalle, con tutto il suo carico di sciatteria, di errori, di presunta grandeur da avanspettacolo, elicottero compreso… Il presente esige serietà e concretezza, e quella dose di umiltà che, unita all’orgoglio della maglia – bianconera a strisce! – e alla grinta di tutti, fuori e dentro il campo, sono le leve fondamentali per ritrovare subito la serie A. Insieme a quell’entusiasmo spavaldo e alla voglia di sognare, che ci aveva insegnato Paolo De Luca. (Daniele Magrini)
Fonte: Fedelissimo Online