L’editoriale di Antonio Gigli
“Siamo stati gli ultimi a partire e saremo gli ultimi a finire, lottando per il tricolore della categoria” sintetizza così il mister Morgia l’annata della Robur, un’annata splendida che durante i caldi (in tutti i sensi) giorni di luglio, nessuno avrebbe ipotizzato. È vero, la caduta è stata di quelle brutte davvero, ma la nuova società ha saputo ridare fiducia ad una tifoseria sconsolata, affranta e soprattutto arrabbiata. Il calcio giocato, questa volta, ha avuto la meglio su quello parlato e i tifosi bianconeri hanno subito capito che giocare con l’Inter o con il Trestina la voglia di vincere è la stessa.
Domani, quindi, torniamo a Macerata per vincere il tricolore, come facemmo oltre 50 anni fa. Non è una finale di Champions e nemmeno una partita da dentro o fuori, comunque vada l’annata sportiva è stata esaltante, ma è ovvio che una volta arrivati a…Roma vorremmo vedere il Papa! Sarebbe la più classica delle ciliegine sulla torta,un giusto riconoscimento per un gruppo splendido che ha dato l’anima per vincere durante tutto l’anno. Hanno saputo compensare nei nostri cuori i nomi di giocatori altisonanti che adesso calcano palcoscenici illustri e questa non è davvero cosa da poco. La squadra bianconera è figlia di Morgia, un allenatore anomalo, un po’ padre, un po’ manager all’inglese, un po’ filosofo. Una persona che si fatta apprezzare subito da tutta la tifoseria e che ha forgiato una squadra a sua immagine e somiglianza, si anella buona che nella cattiva sorte. Un uomo che merita tutta la nostra riconoscenza, senza nessun dubbio. Vincere subito, vincere quasi per forza, nello sport non è mai facile. Morgia ci è riuscito, ed è quello che volevamo, compreso il rinnovato amore che ci ha infuso verso questo sport. Morgia è la faccia pulita del calcio, uno sport sempre più sporcato da individui che credono solo al denaro e sempre meno al fatto agonistico in se stesso.
Sotto con l’Akragas, squadra tosta come poche nella categoria, per ribadire la nostra supremazia e poi tutti a festeggiare degnamente il campionato della rinascita. Al fischio di chiusura, però, tutti a pensare al futuro, per primo il presidente. Aspettiamo conferme e certezze per il prossimo torneo di Lega Pro, sicuramente impegnativo al massimo, viste le formazioni presenti. Ovviamente e come sempre, non pretenderemo la luna, ma nemmeno giochi poco chiari e promesse che non possono avere conferma.
Antonio Gigli
Fonte: Fedelissimo Online