L’EDITORIALE di Antonio Gigli
Il tempo sta per scadere, alle parole devono seguire i fatti, altrimenti finisce tutto. E’ questo il riassunto secco ed asciutto ma realista, di quanto sta accadendo intorno all’A.C. Siena. Entro giovedì la società bianconera deve effettuare i pagamenti, per circa 8 milioni di euro, degli stipendi dei giocatori per i primi tre mesi del 2013. Se ciò non accadrà il Siena, nella migliore delle ipotesi, subirà una penalizzazione nel prossimo campionato. Il rischio, ovviamente, è di non disputarlo nemmeno il prossimo campionato, visto l’enorme mole di debiti e la mancanza di certezze. Il patron del Siena sta cercando, come sappiamo, di trovare una soluzione facendosi anticipare i soldi da una banca per poi restituirli dopo l’avvenuta iscrizione al torneo di B, ma per adesso non si conoscono segnali positivi. I club organizzati, nei giorni scorsi, hanno chiesto al Monte dei Paschi di intervenire se non per aiutare come in passato la Robur, almeno per non farla scomparire del tutto, magari entrando proprio nell’operazione in questione. Non sappiamo se ciò accadrà, ma di certo è che qualcosa deve accadere. Il famoso “paracadute” per le società retrocesse, tra l’altro, potrà essere del Siena solo al momento dell’iscrizione alla serie cadetta, altrimenti non arriverà nulla, come accade lo scorso anno al Lecce.
Un Siena in fallimento non gioverebbe a nessuno. Non gioverebbe, logicamente, a noi tifosi, e nemmeno alla città, visto che come abbiamo più volte evidenziato, il grande calcio porta un ritorno economico alle attività cittadine non indifferente. Non avvantaggerebbe di certo nemmeno la banca verso la quale il Siena ha molti debiti pregressi, in quanto non rientrerebbe di certo di tutti quei soldi. Non gioverebbe nemmeno a Mezzaroma, visto che trovarsi a capo di un’azienda che fallisce non è certo un biglietto da visita da vantare.
Noi tifosi stiamo monitorando al situazione come abbiamo sempre fatto, non vogliamo andare a fare la guerra a nessuno, per il momento, visto che non cambierebbe la situazione, ma chiediamo ed auspichiamo per il bene del calcio bianconero e della città, che le parti in causa tornino a ragionare. I tempi sono cambiati (in peggio) nella nostra amata Siena, ma un piccolo sforzo da parte dei protagonisti consentirebbe per lo meno la sopravvivenza. La squadra che verrà, l’allenatore, il direttore sportivo, sono tutti problemi che avranno il loro corso. Oggi vogliamo solo sopravvivere e per farlo serve al momento una soluzione urgente e sicuramente possibile da attuare. Deve succedere, non può finire tutto così.
Antonio Gigli
Fonte: Fedelissimo online