L’EDITORIALE di Andrea Bianchi

Sabato scorso, prima della partita con il Genoa, il presidente Massimo Mezzaroma ha tenuto l'atteso summit di mercato con Sannino e Perinetti per decidere le strategie della "riparazione" di gennaio, è normale che i primi ad essere preoccupati siano gli addetti ai lavori che vivono quotidianamente lo spogliatoio. E' quindi scontata la decisione di operare anche nel mercato in entrata oltre che in uscita e questo vuol dire che il rinforzo della rosa (attacco, centrocampo e difesa) è ormai una convinzione necessaria così come necessario è proseguire sulla strada della chiarezza tracciata con il nuovo corso della società. Il futuro passa anche e in modo rilevante da una dirigenza con le idee chiare, che possa lavorare in armonia e, aspetto primario, con l'entusiasmo. E' l’elemento passione, per le squadre come il Siena, a fare la differenza, molto più dei soldi. Mercoledì mattina, nel frattempo, il cda della Robur è chiamato a discutere tre punti importanti per il futuro della Robur, a partire dal Centro sportivo di Taverne d’Arbia fino al budget della prossima stagione e alla vendita del marchio. Ognuno di questi argomenti è di primaria rilevanza affinchè si possa battere una strada di speranze per l’avvenire, che necessariamente passa anche fuori dal rettangolo da gioco.

Intanto la terza sconfitta consecutiva ha un sapore amarissimo per il Siena perché oltre alla classifica che si fa ancora più corta, apre altri punti interrogativi. Sulla partita persa contro il Genoa non c'è da fare prediche tattiche, la sconfitta è maturata per la prova pessima dei bianconeri che fa pendant con quella di Palermo. Ingeneroso e senza senso, però, parlare di esonero di un Sannino serio, preparato e capace di poter fare grandi cose in serie A, il quale ha provato perfino la soluzione inedita del 3-4-3, per raggiungere in modo disperato il pareggio con il Grifone. Niente scuse, comunque, semmai pensando al futuro c'è da porsi alcune domande e interrogare le proprie coscienze. Cosa è successo al Siena meraviglia di un mese fa? Come è possibile questa involuzione? Perché si è fatto evidente il calo fisico della squadra tanto che la corsa non è più fresca, bella e fluida? Oltre al calo fisico, ce n'è uno psicologico? E questo Siena che entra in affanno ogni volta che sostituisce i titolari in corso gara oppure dall'inizio della partita, quanto deve operare sul mercato di gennaio? Ed il futuro, onestamente, qual è?

Alcune di queste domande possono già avere una risposta scontata, partendo dai periodi negativi, dal pallone che è tondo, dagli infortuni degli attaccanti nei loro momenti migliori, che le partite sono determinate dagli episodi. E' vero, ma anche se Destro avesse messo dentro quella palla gol sprecata clamorosamente, sarebbe stato intellettualmente disonesto cambiare opinione sulla prestazione o il momento del Siena. Come un mese fa ci siamo entusiasmati nell'elogiare il bel calcio organizzato del Siena, oggi è giusto stigmatizzare quei punti deboli che la squadra bianconera palesa dall'inizio del campionato, ovvero la concretezza dell'attacco, e che poi sono stati momentaneamente superati da partite tutte grinta e qualità. I tifosi, come avevano il diritto di sognare, lo hanno di preoccuparsi, criticare e parlare di crisi aperta, al terzo ko in fila e al quarto nelle ultime cinque sfide. E' sbagliato, invece, reagire esclusivamente d'impulso o puntando sempre l'indice. Serve a tutti fermarsi e riflettere. Partendo dalle risposte da dare ai quesiti che un po' tutti ci stiamo ponendo, bloccando sul nascere remote paure con cui nessuno ha intenzione di rifare i conti.

Il Siena può tornare ad essere quello di Roma, della sfida con il Chievo o Novara, perfino quello con la Juventus? La risposta è sì perché una squadra che gioca un calcio organizzato e di qualità come hanno fatto vedere i bianconeri non può certamente disimparare in cinque partite. Il calo fisico è evidente così come la debolezza dell'attacco quando Destro e Calaiò non possono giocare insieme, ma pure una panchina tecnicamente poco assortita (vedi Reginaldo in piena crisi di forma, Gonzalez e Larrondo che non danno garanzie, Grossi che stenta a trovare il passo della serie A, Rossi mai incisivo, l'assenza di un cambio per Vitiello vista la cronica assenza di Belmonte). La forbice della classifica, guardandola dai punti del Siena in su è altrettanto corta quanto quella che divide i bianconeri dalla zona retrocessione. Per questo mantenendo la giusta calma, le prossime due partite, a Milano con i rossoneri e in casa con la Fiorentina, diventano uno spartiacque importante sia per la stessa classifica sia per il morale che la squadra di Sannino ha bisogno di ritrovare. In questo momento solo i risultati possono portare autostima e tranquillità e sfide come quelle alle porte, contro i campioni del Milan e il derbissimo con la viola sono situazioni da sfruttare completamente a proprio vantaggio. Se non ora, quando? (Andrea Bianchi)

Fonte: Fedelissimo Online