LEDITORIALE di Andrea Bianchi
Se la sconfitta contro il Bologna, dopo l’ennesima partita convincente, lascia l’amaro in bocca e tante recriminazioni per il sacrosanto rigore negato, inizia a far preoccupare la classifica che si accorcia tremendamente con i felsinei che agganciano i bianconeri a quota 14. Perché il terzo risultato negativo delle ultime quattro gare ci restituisce un Siena in evidente crisi di punti pur confermando quel gioco del calcio intraprendente, bello e ben organizzato che ha entusiasmato tutti, tifosi ed addetti ai lavori in primis. Anche domenica al Dall’Ara, i bianconeri hanno creato diverse palle gol, sono andati vicinissimi alla rete in più di una occasione, sono stati privati di un penalty clamoroso, hanno trovato un Gillet in giornata di grazia, sono caduti per una azione geniale in tandem dei fuoriclasse Diamanti-Di Vaio (inutile criticare la difesa, la bravura dei singoli mette in difficoltà tutti, anche i campioni del mondo) oltre ad aver difeso con grande ordine ed essere rimasti lucidi soprattutto nel momento migliore del Bologna, subito dopo l’1-0. E senza considerare, poi, l’assenza fondamentale in Emilia di Brienza, perno insostituibile della squadra di Sannino. Cosa sta succedendo a questo Siena? Cosa manca? La risposta è una, la concretezza. E si torna così indietro nel tempo, alle prime gare quando l’attacco non riusciva a carburare. E non è un caso che prima l’infortunio di Calaiò nel suo momento di grazia e poi Destro, anch’esso nel suo momento migliore, abbiano condizionato in modo letale il reparto avanzato, spegnendo gli entusiasmi e facendo morire i sogni d’autunno.
Il bicchiere, se vogliamo, resta mezzo pieno se guardiamo alle prestazioni, ma in fin dei conti i campionati sono fatti di punti e senza risultati, nonostante un grande gioco, si retrocede. Il problema degli infortuni poi non è secondario, bisognerebbe capire il motivo per cui i bianconeri si stanno facendo male con troppa facilità. Ma primariamente serve capire se questo Siena è troppo dipendente da Calaiò, Brienza e Destro per cui quando non ci sono il destino è segnato. Al momento i risultati negativi dicono questo e che Gonzalez e Larrondo non garantiscono in attacco un livello di qualità medio per una squadra che vuole salvarsi. Non è peregrina l’idea che almeno un rinforzo in questo reparto debba arrivare nel mercato di gennaio.
Il patron Mezzaroma e lo stesso mister Sannino, poche settimane fa, sottolinearono un aspetto non secondario: “Come si vincono le partite e sale l’entusiasmo, è facile perdere e passare allo sconforto. Se dovessero arrivare tre sconfitte consecutive cosa succederà?”. Ebbene, il momento è arrivato, ma i tre risultati negativi in quattro partite non dimostrano però che il Siena abbia limiti significativi. Semmai il contrario perché sia a Udine, sia in casa con l’Inter e l’Atalanta, sia a Bologna, i bianconeri non hanno subito gli avversari ed hanno dettato i ritmi del gioco. Tre episodi che condanno i bianconeri ad un momento di sconforto e alla preoccupazione dei tifosi per la classifica che dalle stalle ha portato alle stalle. Le prossime tre partite, prima della sosta natalizia, ci diranno tantissimo di questo Siena. Genoa e Fiorentina in casa, Milan al Meazza: tre sfide difficilissime, ma da cui il Siena ha l’obbligo di ottenere almeno tre punti. Serve continuare con il lavoro e l’ottimo gioco prodotto anche a Bologna, ma serve soprattutto far gol. Perché le partite si vincono solo se la rete si gonfia. (Andrea Bianchi)
Fonte: Fedelissimo Online