L’EDITORIALE di Andrea Bianchi

 

Si chiude una stagione esaltante, piena di soddisfazioni, intensa, con tanto ardimento e qualche piccolissima sbavatura che fa parte del gioco di una squadra che ha l’obiettivo di salvarsi. Il campionato del Siena allenato da Giuseppe Sannino è stato sicuramente il più bello di sempre, per gli obiettivi raggiunti, per le scommesse vinte, per una serie di situazioni che ne tratteggiano un racconto quasi romantico che forse solo la penna di Gianni Brera avrebbe potuto descriverne tutte le sfaccettature. Per certi versi, non solo si chiude una stagione, ma probabilmente anche un ciclo che ha visto il Siena protagonista di due annate eccezionali, con due allenatori che resteranno nella storia (Antonio Conte in serie B è stato l’essenza del calcio nella cavalcata alla promozione, Sannino quest’anno ha saputo tramutare in grande una eredità pesante fatta di qualche certezza e tanti aspetti disomogenei). La sconfitta di Napoli che ha visto un Siena appagato e con in campo un significativo turnover, lascia il tempo soltanto al rammarico di non aver raggiunto il record di punti, ma tutto sommato la ciliegina sulla torta è arrivata lo stesso. Anzi, un albero di ciliegine perché la convocazione in Nazionale di Mattia Destro (che ha le carte in regola per andare ad Euro 2012) premia il giocatore e tutta la Robur grazie ad un campionato da assoluto protagonista che lo ha fatto crescere fino a laurearsi capocannoniere; ci sono poi i numeri e gli obiettivi raggiunti a ricordarci che il Siena è stata la settima migliore difesa del campionato  (e la difesa è stata riproposta con gli stessi uomini della B), ha giocato quasi tutte le gare con 10 tesserati italiani su undici e talvolta con tutta la formazione titolare oltre ad aver ottenuto risultati prestigiosi contro i grandi club, dai campioni d’Italia della Juventus alla Roma, dall’Udinese alla Lazio. Ma c’è di più, la memorabile semifinale di Coppa Italia ad esempio oppure le 45 reti realizzate che fanno del Siena 2011/12 il più prolifico attacco di sempre in un campionato di serie A, superando quello della stagione 2005/06. Le 12 affermazioni, come quelle ottenute nella stagione 2008/09, ci regalano il Siena più vincente della sua storia in serie A. In più a Napoli i bianconeri hanno festeggiato le 300 partite in serie A che vedono un bilancio di 74 vittorie, 98 pareggio e 128 sconfitte con 320 reti realizzate e 415 subite.

Con tutte queste ciliegine ci si potrebbe fare una bella torta e metterla sul piatto di tutti i tifosi per addolcire l’ambiente che adesso è in fermento per gli sviluppi futuri della società, soprattutto in ambito di solidità finanziaria e progettazione. Certo, questo è (anzi, meglio dire sarebbe)  il tempo di godere dello straordinario campionato appena concluso, ma gli eventi non lo permettono. Con Giorgio Perinetti che se ne va a Palermo, mister Beppe Sannino che potrebbe seguirlo, le difficoltà oggettive dello sponsor Mps, le casse della società in rosso che per operare sul mercato ha bisogno di riequilibrare i parametri Covisoc, la necessità del presidente Massimo Mezzaroma di confrontarsi con la Banca Monte dei Paschi, le divisioni interne al consiglio di amministrazione bianconero ed un certo scetticismo nei confronti della proprietà da parte delle istituzioni, non favoriscono sicuramente il buon andamento dell’azienda. E di conseguenza, in un ambiente dove le insinuazioni e i pettegolezzi arrivano prima delle notizie ufficiali, la piazza Siena non è più quell’isola felice che poteva essere qualche anno fa. In tutto questo trambusto, si inseguono giorno dopo giorno tante chiacchiere che alimentano incertezze e frustrazioni. Ebbene, proprio in questo contesto pieno di punti interrogativi, il Siena è chiamato a dare risposte nelle prossime ore. Cosa potrà accadere è difficile da prevedere, l’unica certezza pur nell’incertezza della crisi e di una nuova veste al vertice, resta la Banca Monte dei Paschi che è il terminale di tutta la catena. L’ultima parola spetta proprio allo sponsor che dovrà dare un segnale chiaro ed inequivocabile al presidente Massimo Mezzaroma e a tutta la città sportiva che in questo momento si trova senza punti di riferimento, si pone molte domande ed ha paura. Paradossalmente, il clamore e le vicende del calcio scommesse in confronto al timore di un futuro incerto e con il rischio di un crac finanziario, sarebbe stato preferibile in questa ennesima primavera di passione. Benjamin Disraeli diceva che Il tempo è un grande medico”, lo sarà sicuramente anche per la vecchia ed amata Robur. Questa situazione però si è fatta irragionevole, stiamo attenti perché un precedente c’è già stato, tutti si ricordano dell’estate pazzesca di tre anni fa, quella del preludio alla retrocessione in B. Questa volta, però, c’è un particolare in più da tenere in considerazione, un disgraziato capitombolo in Cadetteria vorrebbe dire per il Siena la fine di un sogno, riaprire gli occhi e ritrovarsi nei campi degli anni ’80. Il periodo delle chiacchiere insomma è finito, adesso è il tempo di agire. Ma non saranno più rose e fiori come prima perchè lo sguardo assistenzialista “a Monte” è ormai guercio. Bisogna mettercelo in testa e farsene una ragione.

A tutti voi, a chi ha avuto la costanza e la pazienza di seguirmi in questa stagione, invio la mia riconoscenza. Con la fine del campionato terminano anche i miei editoriali. A tutti i tifosi ed in modo particolare al Siena club Fedelissimi e al Fedelissimo on line che mi ha dato la possibilità di avere ogni settimana una rubrica dove esprimere le mie riflessioni, rivolgo un sentito ringraziamento ed un abbraccio.

Fonte: Fedelissimo Online