L’Arezzo sempre più in difficoltà, chiede aiuto a Siena

In risposta all’appello di mercoledì del sindaco Giuseppe Fanfani, da Siena per adesso è giunto soltanto un assordante silenzio. Monte dei Paschi si era riservato di dare una risposta nel giro di 24 ore, invece la giornata di ieri si è trascinata fino alla fine senza novità. Forse da piazza Salimbeni si degneranno di prendere posizione oggi o forse non si degneranno affatto. La piega che ha preso la situazione non offre di certo spiragli di luce: se Mps avesse deciso di finanziare l’iscrizione dell’Arezzo al prossimo campionato, mettendo a disposizione i circa due milioni per il pagamento degli stipendi arretrati più la fidejussione da 400mila euro, lo avrebbe già fatto sapere urbi et orbi. Invece siamo allo stallo completo e salvo miracoli dell’ultimo momento, la scadenza odierna verrà saltata a pie’ pari. Il termine per i bonifici e la consegna delle liberatorie dei tesserati scade alle ore 19, ma l’Arezzo non lo rispetterà. Ciò significa che se la società riuscisse a iscriversi al prossimo torneo di prima divisione, partirà con il segno meno davanti. Adesso il prossimo obiettivo è fissato per mercoledì 30. La strategia di Piero Mancini sembra essersi delineata: presentare comunque la domanda di iscrizione, versare la quota associativa di 31 mila euro e firmare con il Comune la nuova convenzione di utilizzo dello stadio, requisito indispensabile per essere in regola. Quest’ultimo aspetto, finora trascurato, potrebbe diventare più complicato del previsto, visto che la modifica delle condizioni d’affitto del Comunale (con l’Arezzo che dovrà intestarsi le utenze relative ad acqua, luce e gas, oltre al telefono) è stato uno dei fattori che hanno aperto la crisi societaria. L’amministrazione, in ogni caso, non è intenzionata a mettere i bastoni tra le ruote alla società, specialmente in un momento così delicato. Una volta prodotta questa documentazione, l’Arezzo cercherà un istituto di credito disposto a firmare la fidejussione di 400mila euro, accettando come garanzia il pagamento, da parte del Sassuolo, della seconda metà del cartellino di Martinetti. Così facendo, l’Arezzo prenderà un po’ di tempo fino a metà luglio, quando il consiglio federale dovrà ratificare le società ammesse ai campionati. Per quella data bisognerà comunque saldare gli stipendi arretrati e ottenere le liberatorie. Mancini proporrà ai creditori, cominciando da giocatori e tecnici, una conciliazione stragiudiziale, offrendo il pagamento immediato di una parte del credito. I tesserati, in pratica, dovrebbero rinunciare a una fetta dei loro ingaggi, ma il resto lo incasserebbero subito. Se non accettassero, con l’Arezzo destinato al fallimento, correrebbero il rischio di dover attingere dal fondo di garanzia dell’associazione calciatori e allenatori, con i tempi che si allungherebbero a dismisura. Ammesso e non concesso che l’Arezzo venga iscritto alla prima divisione con un paio di punti di penalità, si aprirebbe poi il problema della gestione. Mancini sarebbe ancora in grado di far fronte agli impegni? Senza considerare che entro il 30 settembre bisognerà versare anche gli stipendi di maggio e giugno, cioè un altro milione di euro. La strada si fa sempre più in salita. (Andrea Avato – Amaranto Magazine)