Intervento di Lallo Meniconi sull’inchiesta di Nicola Natili

Mi sono soffermato a leggere la parte che riguardava  la situazione patrimoniale dell’A.C. Siena, in base a  quanto  riportato dall’amico Nicola Natili, in un suo capillare lavoro di ricostruzione dei fatti e se le cose stanno veramente così, non ci resta che piangere e intonare il de profundis.

Mi rendo perfettamente conto che gestire una squadra di calcio nella massima serie abbia i suoi costi, soprattutto quando si tratta di piccole realtà cittadine, ma c’è anche a chi costa veramente poco.

 Se e sottolineo se, la conduzione Societaria del Signor Mezzaroma è quella riportata nell’articolo e le voci che si rincorrono in città sono vere, ci troviamo di fronte ad un vero professionista della bufala, uno che arrivato a Siena, si è riempito la bocca di belle parole con i soldi degli altri (e sappiamo di chi), limitandosi a fare il gestore della situazione e contribuendo a far lievitare il debito, già di per se molto cospicuo. Dalle cifre si evince anche, che dai vari passaggi di mano, si sia tramandato un indebitamento, nato fin dai tempi di De Luca e mai ripianato, quando probabilmente la stragrande maggioranza dei tifosi, pensava che la situazioni debitoria fosse stata nel tempo sanata.

Questo è da imputare al fatto che in questa benedetta città non c’è mai stata trasparenza da parte di chi ha gestito la Società e di chi doveva vigilare, informando di come stavano realmente le cose.

In passato i tifosi, appellandosi al fatto che il Siena calcio è patrimonio della città, hanno chiesto da parte delle istituzioni di ricercare soluzioni che permettessero la sopravvivenza della Robur nell’alveo della serie A, ma data la scarsa o inesistente candidatura di soggetti credibili (del posto certamente nessuno), si è finito per accontentare la piazza ma si è portato in casa tanta spazzatura.

Adesso pensate che la musica cambierà? Certo che no. Se Mezzaroma dovesse lasciare, si ricomincerà con il solito balletto da parte dei  soliti soggetti istituzionali (se ne avranno la forza), alla ricerca di colui o coloro che si dovranno accollare i debiti pregressi (e chi è quel fesso che lo farà?) e possedere una forza economico-finaziaria tale da poter  gestire la “baracca”, con o senza lo sponsor MPS, che è diventata per molti l’unica attrattiva e l’

unico motivo per scegliere Siena.

Inoltre in questo momento regna una situazione locale di profonda crisi, a tutti i livelli, che investe il fronte politico ed economico-finanziario del tessuto cittadino e mi risulta difficile pensare che di fronte ai malesseri del MPS si pensi e si abbia la capacità di rivolgere le attenzioni sul problema legato all’A.C. Siena, quando in ballo ci sono le sorti di un’intera città sull’

orlo di un abisso.

 

Volevo concludere dicendo, che con le varie gestioni in cui il Siena ha calcato i campi di serie A, non si è riusciti a costruire neppure uno straccio di  impianto adeguato per gli allenamenti della prima squadra, riparando nel campo sportivo di Colle Val D’Elsa, con i relativi esborsi economici e questo francamente è da considerare una vera vergogna, per un club che milita ai massimi livelli calcistici.

Se si vuole essere una Società di serie A, bisogna cominciare a dotarsi delle strutture adeguate e avere una dirigenza all’altezza e che permetta ti tenere in vita la Robur, se si vuole continuare ad esibirci alla “Scala” del calcio nazionale, senza essere percepiti come degli intrusi.

In questo momento la questione più importante rimane però la salvezza, perché perdere un palcoscenico importante come la serie A, significherebbe vanificare ogni possibile soluzione futura e da tifoso mi auguro che a salvezza raggiunta si cominci a parlare seriamente del nuovo capitolo Siena e quali prospettive ci

sono per continuare il nostro cammino.   

LALLO MENICONI.