IN ATTESA DI…. SIENA-ROMA di Alarico Rossi

Le discussioni riguardo ai tifosi romanisti o meno a Siena e la nazionale nel mezzo della settimana hanno fatto calare leggermente l’interesse verso una delle partite più importanti di domenica prossima. Siena-Roma sarà infatti un match molto importante per la Roma, che sarà la prima in versione Ranieri. I motivi dietro l’avvicendamento tra Spalletti e Ranieri possono essere tra i più disparati, ma con il calcio giocato non c’entrano nulla.

E’ andato via un allenatore le cui squadre cercavano sempre la giocata veloce, la riproposizione continua del possesso palla, con una grande capacità di ripartenza in velocità dopo il recupero della sfera. E’ arrivato un allenatore che fa del pragmatismo la regola delle sue squadre: non a caso il modello “statico” del 4-4-2 tanto caro a Ranieri non ammette giocate estreme di fantasia, come lui stesso ha ammesso nella conferenza stampa di presentazione.

La Roma di Spalletti, al di là delle trasformazioni che poi ha avuto nel corso degli anni, vedeva adattati dei giocatori in funzione del bel gioco. Non a caso Spalletti aveva cercato Pizarro,  a cui probabilmente Ranieri ora preferirebbe un giocatore di maggior sostanza come Aquilani. Con Spalletti Perrotta si adattava come trequartista per sfruttare i suoi grandi tempi di inserimento, mentre Vucinic spesso era messo largo a sinistra per dare più fisicità ad un gioco che ha trovato la sua massima espressione quando come esterni giocavano Taddei e Mancini.

Oggi la musica è radicalmente cambiata. L’esperimento di Burdisso, fresco arrivo, al posto di Cassetti come terzino destro, è forse l’emblema del rinnovamento totale giallorosso. Chiaro come i curricula di Burdisso e Cassetti siano profondamente differenti, ma nelle caratteristiche i due non si somigliano proprio. L’ex-Lecce è un terzino di spinta con tanta corsa e poco fisico, l’argentino un centrale adattato a destra. Cosa cambia? Più solidità e meno spinte ariose sulle fasce. Magari con il Siena Burdisso farà il centrale, ma solo l’idea di provare questa soluzione fa pensare e parecchio.

Claudio Ranieri si è aggiornato molto nel periodo senza calcio tra l’esonero al Chelsea e la chiamata al Parma. Il suo secondo Damiano è uno dei pezzi pregiati delle scuole di formazione francesi. Non a caso i metodi di allenamento di Ranieri (e Damiano) alla Juve hanno fruttato la crescita di tanti giovani che oggi non sembrano giovani ma che hanno un grande futuro. Pensiamo a Marchisio, alla rinascita di Legrottaglie, all’adattamento a centrale di Chiellini, al recupero di Nedved, a tante situazioni che magari non hanno portato risultato ma grandi miglioramenti nei singoli e non solo. In prospettiva, dunque, la scelta di Ranieri potrebbe dare i suoi frutti, ma ora serve sbloccare la classifica.

Come giocherà la Roma post-Spalletti non è ancora dato sapersi, ma l’idea è quella di vedere una squadra molto simile alle caratteristiche della Juventus dello scorso campionato. Due punte diverse per caratteristiche a cui si chiede in maniera differente aiuto alla difesa; un centrocampo a quattro in linea con due interditori e due esterni di resistenza; una difesa capace di giocare altissima a seconda delle esigenze della partita. Le giocate sulle fasce con l’alternarsi delle coppie esterne (pensando magari a Riise-Taddei o Guberti) saranno sfruttate in maniera copiosa e le trame saranno molto semplici ma efficaci. A Roma, il futuro è appena iniziato. A Siena, Giampaolo cercherà di adattarsi per la terza volta ad un tecnico esordiente in una grande squadra che viene al Rastrello. E per questo servirà puntare sulle proprie conoscenze tattiche, senza inventarsi nulla ma pensando soprattutto a se stessi. (Alarico Rossi)

Fonte: Fedelissimo Online