Il Tar e lo stop all’Eccellenza: proviamo a fare chiarezza

Chiede la luna, Montanari, e non la otterrà mai. Ma intanto prende tempo, rovina e scompagina piani, mette in imbarazzo istituzioni e certifica una cosa tremenda da dire: il Siena è tornato ad avere uno status pre-2003, perdendo quel tesoretto accumulato nel decennio d’oro. Altrimenti le vicende estive, non ultima la disposizione del Tar del 14 agosto che ha bloccato la ripartenza dall’Eccellenza, avrebbero avuto degli echi mediatici degni di nota, come dopo il primo fallimento dell’Ac Siena. Invece, se si esclude le cronache delle testate locali e qualche eccezione, la questione, pur pesantissima, è rimasta sotto il tappeto.

Montanari ha fatto ricorso al Tar su tutto e contro tutti: tramite gli avvocati Lorenzo Aureli e Francesco Coronidi si è opposto a Figc, Coni, Covisoc, Atalanta e persino Mantova, che non c’entra nulla in quanto ha preso il posto del Pordenone non iscritto.

Cosa chiede l’ingegnere romano? L’annullamento della bocciatura da parte del Coni dell’iscrizione in Serie C e la mancata concessione della licenza nazionale 2013/24, lo stop alla riammissione in C del Mantova e l’inserimento dell’Under 23 dell’Atalanta, la cancellazione dello svincolo d’autorità dei calciatori dell’Acr Siena, il blocco dell’applicazione dell’articolo 52 comma 10 delle Noif, e di conseguenza la procedura con cui il Comune di Siena sta individuando il soggetto a cui affidare il titolo sportivo per partecipare all’Eccellenza, “e così trasferendo il titolo sportivo della Associazione Calcio Robur Siena 1904 s.r.l. al medesimo Comune di Siena” (in realtà non si tratterebbe di trasferimento ma di creazione di un altro titolo). Non solo: Montanari chiede anche di poter partecipare in Serie D oppure in Eccellenza – sostenendo che la bocciatura in C non comporta automaticamente la perdita del titolo sportivo – e addirittura invoca un risarcimento per i danni patrimoniali subiti, lui che ha sconquassato e raso al suolo il calcio a Siena.

Il Tar del Lazio, per voce del presidente facente funzione Floriana Rizzetto, ha respinto quasi tutti i punti ma ne ha accolto uno, il più importante per Siena: la ripartenza dall’Eccellenza. Non è che il tribunale dà ragione a Montanari, ma accoglie l’istanza cautelare in attesa di entrare nel merito il 26 settembre, lo stesso giorno in cui dovrà esprimersi sulla bocciatura dell’iscrizione in C. Perché il Tar ha concesso la sospensiva? Nel dispositivo Floriana Rizzetto cita i casi Casertana e Sanbenedettese, società che furono estromesse dalla C ma furono poi riammesse in D con la stessa matricola.

Nel caso della Casertana, anche in quell’occasione il Comune aveva aperto una procedura per cercare nuovi investitori, ma il Tar contestò il fatto che non veniva data questa possibilità alla società non ammessa alla C, qualora dimostrasse di averne i requisiti. Il tribunale, come ai giorni d’oggi, accolse in parte la domanda cautelare e poi successivamente, entrando nel merito, bocciò l’iscrizione in C ma costrinse Gravina ad ammettere la Casertana in D.

Ora: è vero che il Siena sta vivendo una situazione completamente diversa, non paragonabile alla Casertana e neanche alla Sanbenedettese, ma il Tar ha comunque seguito il criterio del 2021, accogliendo l’istanza cautelare di Montanari perché ha ravvisato “l’irreparabilità del pregiudizio recato alla associazione sportiva ricorrente dal provvedimento di decadenza, senza possibilità di iscrizione ad un campionato di serie inferiore (serie D o Eccellenza), dal titolo che sarà assegnato ad altra società” all’esito della procedura attivata dal Comune. In sostanza, ed è il passaggio cruciale, il Tar contesta il fatto che la Figc abbia aperto alla nascita di una nuova società senza aver chiesto prima all’Acr Siena di Montanari, tutt’ora titolare del titolo sportivo, di manifestare il proprio interesse per tale opzione. Non solo: qualora Montanari soddisfacesse i requisiti, avrebbe diritto ad essere ammesso al campionato di Serie D.

La Figc, che fu costretta ad arrendersi a Casertana e Sanbenedettese, ha deciso stavolta di tenere ferma la linea, proprio perché la situazione è differente. Di fronte c’è un presidente che non ha semplicemente omesso di presentare una fideiussione, ma si è preso sei punti di penalizzazione, ha lasciato debiti ovunque, ha rotto i rapporti con tutti, ha creato facendo ricorsi su ricorsi problemi e danni d’immagine alla seconda e alla terza serie più importanti d’Italia, con la Lega Pro che scelse addirittura di costituirsi parte civile. La partita è insomma ancora aperta e il Comune di Siena, dopo l’interlocuzione con la Federcalcio, resta fiducioso, tanto da proseguire con la ricerca di imprenditori interessati (la domanda scade domani a mezzanotte).

(Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Fol