Il Siena resta lassù

Chi può fermare l’Invincibile Armata senese? Avanti il prossimo, cioè il Padova, che dall’alto della sua serie positiva di cinque giornate pensa che davvero valga la pena provarci. Antonio Conte fa rientrare Calaiò dopo il castigo di Trieste, mentre Reginaldo viene preferito a Troianiello. Poco turnover per Calori, che a centrocampo colloca Bovo preferito all’ultimo momento a Jidayi, arbitra Tozzi.

E’ un avvio che mette in mostra una Padova prudente, ma la prudenza serve a poco contro un Siena che quest’anno in serie B sembra in missione per conto di una categoria superiore. All’11’ il risultato si sblocca senza alcuna sorpresa, anche perché i bianconeri prima del guizzo vincente di Mastronunzio avevano già provato tre volte il tiro. Parte tutto da Vergassola, dialogano in area Mastronunzio e Calaiò, con la Vipera che appoggia in rete da pochi passi il suo quarto gol stagionale. Il Padova fatica a organizzare una manovra credibile, perché in certi momenti diventa un problema anche solo pensare di mandare il pallone oltre il limite dell’area senese. Quando ciò succede però sono sudori freddi per Coppola, pietrificato dall’acrobazia con cui Vantaggiato corregge al volo la sventagliata col contagiri di Crespo.

Il punto è che il Siena, quando si allontana dallo specchio in cui rimira la sua beltà, dimostra di essere davvero di un’altra cilindrata. Vedere per credere un paio di azioni a cavallo della mezz’ora. Al 28’ Mastronunzio fa da torre in area sull’apertura di Reginaldo sulla destra, ma Vergassola strozza troppo l’angolo sul diagonale. Cinque minuti dopo ancora l’autore del vantaggio senese dialoga con Calaiò con la scioltezza di chi sta giocando con gli amici al parco. Vero che il rimpallo di Cesar favorisce la botta di Mastronunzio, ma l’azione merita e parecchio. Il tentativo con cui Sestu allarga troppo il diagonale sulla sinistra certifica un primo tempo indiscutibilmente in mano ai bianconeri.

Ripresa che si apre esattamente come era iniziata, cioè con Sestu al tiro. La conclusione dell’esterno sardo è molto istintiva, e anche per questo non inquadra lo specchio della porta. Con il passare dei minuti il Siena torna quello narcisista di certi tratti di primo tempo, e in effetti Conte ha le sue buone ragioni nell’infuriarsi con Reginaldo, che potesse farlo scarterebbe anche i fili d’erba dell’Artemio Franchi. Le preoccupazioni di Conte hanno una base piuttosto solida, perché la squadra è svagata non solo in attacco, ma anche e soprattutto in difesa. Al 69’ infatti Ficagna cinge assai poco affettuosamente i fianchi di Vantaggiato, che non aspetta altro per procacciarsi un calcio di rigore che è soprattutto una colossale ingenuità del difensore senese. La trasformazione vincente di Succi, settimo gol per lui, oltre a portare il punteggio sull’1-1 chiude a 454’ l’imbattibilità dei bianconeri.

E’ un Padova che sa di avere la mano sulla freccia del sorpasso, tanto è vero che al 76’ in pochi credono ai loro occhi quando Legati sfiora la punizione di Di Gennaro e mete alle spalle di Coppola. Il Franchi riattiva la respirazione solo quando Tozzi annulla per un fuorigioco nella migliore delle ipotesi millimetrico. A proprio quando il Padova sembra aver addormentato l’1-1, ecco che all’88’ si risveglia Reginaldo, che recupera un pallone sullo spigolo sinistro dell’area e ha tutto il tempo di controllare, prendere la mira e spedire alle spalle di Agliardi il gol vittoria. Reginaldo che non segnava da otto mesi, panchina del Siena che riacciuffa un successo legittimo nella sostanza, ma che troppa sicurezza nei propri smisurati mezzi ha rischiato di rendere vano. Quando la concentrazione della squadra di Conte sarà diventata totale, probabilmente le altre dovranno rassegnarsi a lottare per il secondo posto.

Fonte: Sportitalia