Il Siena è allergico alla semplicità

Semplicità. Una parola sola. In Serie D basta la semplicità. Siena ha bisogno di semplicità. Per vincere in quarta serie serve la semplicità. È così difficile capire un concetto così semplice? Scusateci il voluto gioco di parole, almeno la mettiamo sul ridere. A proposito… nelle ultime partite se ne stanno vedendo di motivi per cui ridere. A cominciare dal 3-4-2-1. Un modulo complicato, magari impossibile quando non hai dei trequartisti di ruolo. Forse perché la squadra è stata costruita per il 3-5-2? Si, possibile. Anche se, viste le variazioni continue sullo schieramento, si è dovuto inserire in corsa qualche giocatore con doti diverse, più di fantasia diciamo. Tipo Mahmudov. Non un cattivo giocatore, anzi. Le qualità, e lo dimostrano i numeri e i campionati fatti, ci sono tutte. Magari non è adatto  alla Serie D, al pressing asfissiante e alla corsa di un campionato dove la tecnica viene in secondo piano. In un altro calcio renderebbe molto meglio, sicuramente. Purtroppo, ma ci auguriamo, un giorno, di dire per fortuna, è in Italia, anche se non si è capito bene perché. Un po’ come il duo Pahars-Gazzaev. Due allenatori con filosofie, carriere e storie diverse a lavorare sulla stessa squadra. Uno dalla tribuna e l’altro sul campo. Se questo non bastasse, la parte “divertente” è che si fa sentire di più chi in tribuna rispetto a chi in campo. E forse meglio così, visto che quando si fa sentire al momento dei cambi le cose non vanno tanto meglio. Lo ricordiamo: il Siena rischia di perdere 3-0 a tavolino. E pensare se avesse vinto sul campo, che beffa. Ma tranquilli, quel rischio non c’è… fare le cose semplici non piace da queste parti. Meglio affidare la gestione dell’area tecnica a chi il calcio italiano l’ha visto solo in video e ignorare chi lo conosce e lo vive a 360 gradi da una vita. Più bello, no?

(Giacomo Principato)

Fonte: Fol