Il Rastrello
Ho sentito alla radio le parole del Sindaco. Ho letto qualche riga circa il nuovo stadio, rectius il rifacimento del Rastrello (io continuo a chiamarlo così!). Beh, la notizia è sicuramente positiva in sé. Positiva perché l’iniziativa non sarebbe “calata dall’alto”, come, invece, siamo abituati in questa città, bensì, finalmente, un imprenditore penserebbe ad elaborare un progetto, lo misurerebbe con la realtà locale, ricercherebbe soci, potrebbe, addirittura, studiare un “projet financing”. Insomma, potrebbe fare qualcosa di nuovo, “regalare” alla città una struttura innovativa e multifunzionale. L’altro aspetto correlato, ugualmente di assoluta positività, è che il calcio non sarebbe morto a Siena ovvero non sarebbe condannato a morte. Aspetto non trascurabile, vista l’estate scorsa e, soprattutto, i menagramo che pullulano in questa città, dove se non si pensa negativo, ovvero non ci facciamo procacciatori di sventure pensiamo di non essere sufficientemente intelligenti: infatti Einstein era sempre sorridente ed ottimista! No, più semplicemente non gradiamo che “l’altro” possa fare qualcosa che non è nelle nostre corde. L’invidia, dunque, e per certi aspetti un qualche rancore sono il motore di questa città, dove, tanto per fare un esempio, i commercianti, sarebbe meglio chiamarli bottegai, non sono mai stati una spinta economica, ma solo dei modesti profittatori di congiunture economiche più positive, salvo poi…..
Qualche inquietudine me l’ha messa il Sindaco. La necessità di condividere il progetto, la riflessione sui parcheggi (oh, la Siena Parcheggi….) ed altre valutazioni, seppur dovute, chi sa perché mi hanno fatto tornare alla mente certi incubi ovvero muri ideologici. Ho subito pensato all’imprescindibilità delle COOP, all’irrinunciabilità di certe imprese edili, all’irrefutabilità di certo management, ecc., ecc. insomma il solito quadro di una città prigioniera ed incapace di cancellare il suo non certo lusinghiero recente passato.
Forse sarò prevenuto, mettiamola così!
Certo c’è qualcosa nella soluzione ipotizzata che mi lascia perplesso: la contrazione dei posti a sedere.
Il Rastrello, ampliato a suo tempo seguendo una progettualità frutto di tremendi incubi notturni, non si può certamente dire un grande stadio. Se togliamo 4/5000 spettatori, torniamo grosso modo alla capienza originaria. Non sarebbe una conquista!
E’ vero che gli spettatori sono andati scemando negli ultimi tempi, ma le cause sono sotto gli occhi di tutti: dal calcio scommesse al dissesto economico nazionale e, più che mai, quello locale.
Pensiamo forse di non riaverci da questa prostrazione? Siamo ottimisti! Pensare positivo fa bene al cuore!
Andrea Sordi