Il Profumo della Vittoria. Resoconto di un’annata particolare

E’ finita. Il 31 maggio 2015 alle ore 20,12, allo Stadio Helvia Recina di Macerata, Giovannelli ha appena calciato e realizzato il rigore che ci consegna lo Scudetto dei Dilettanti. Campioni d’Italia 2015.

Dopo ben nove mesi e 15 giorni la missione può dirsi conclusa trionfalmente. Di più non si poteva fare.

E allora ripercorriamo questi fatidici mesi stilando una pagella che non sarà della partita (ci sembrava ridondante) ma delle varie componenti che hanno concorso alla rinascita del calcio in questa città.

La squadra e lo staff tecnico 9

Non potevamo che partire da loro. Sono loro, alla fine, i veri artefici di tutto quanto. Le nostre armate.

Assemblata in fretta e furia in mezzo ad un agosto infuocato e non solo per le temperature estive, viene affidato tutto a un allenatore già vincente nell’anno passato. Massimo Morgia. Morgia si rimbocca le maniche e con passione travolgente e idee chiare si affida ai resti sparsi di una squadra che pochi mesi prima aveva letteralmente dominato il Campionato di Lega D girone E. Si porta dietro lo staff compreso un consigliere di mercato che lo affiancherà per l’intera stagione. Comincia l’avventura. Di tempo non c’è. Bisogna fare in fretta. E il sudore sulle maglie non manca di certo. Le prime uscite sono confortanti. Si capisce subito che potrebbero essere protagonisti. I programmi inizialmente erano più cauti. La risposta di un appassionato e rilevante pubblico in poco tempo fa virare il timone della barca. Si deve puntare dritti alla vittoria. Morgia non si scompone. Accetta la sfida e si mette a lavorare sodo nelle gambe e nella testa dei ragazzi, per la maggior parte poco più che ventenni. Il resto è storia. Pochissime sconfitte, qualche passo falso e tante vittorie. Pensata sul perno di un fuori quota del calibro di Vergassola deve farne a meno totalmente per infortuni e malanni. Ma Babbo Natale ci porta una sorpresa. Il ritorno di un altro indimenticato campione. Daniele Portanova che, a costo zero (è bene ricordarlo), si aggrega e alla fine risulterà determinante. Un grandissimo. Con innesti del calibro di uno misconosciuto tarantino , Russo Nicola, che spesso aiuterà in maniera fondamentale la squadra. Gloria a loro.

La Società 8

Quando tutto sembrava annaspare in soluzioni poco gradite alla piazza senese ecco spuntare dal cilindro un ritorno. Antonio Ponte. Napoletano naturalizzato svizzero che rileva le ceneri di una società per cercare l’impossibile. Farla ritornare grande e rispettata. Al suo fianco un Ingegnere noto ai più come promettente promessa del Basket che come appassionato di calcio. Gli inizi sono sconfortanti perché ripartire da zero assoluto, senza nemmeno i palloni per giocare, avrebbero minato il più entusiasta dei Presidenti. Ma con lavoro ed entusiasmo, gettando il cuore oltre l’ostacolo piano piano il progetto prende forma. Le problematiche sono tantissime e ancora oggi molte irrisolte. Tuttavia si capisce che senza il risultato sportivo è inutile pensare in grande. E così quasi tutte le forze sono incentrate sul cogliere l’obiettivo primario: Vincere Vincere e solo Vincere. Intanto, fra una schermaglia dialettica e una conferenza stampa, si procede a fianco di un vulcanico Presidente che mette dentro tutto quello che può senza però perdere di vista il traguardo. Tutto è ancora in gioco tutt’oggi. Moltissimo è stato fatto ma da ora in avanti si aspettano passi veloci e determinanti per consolidare i risultati raggiunti. Il calcio professionistico non aspetta tempi dilatati.

Istituzioni e altre componenti 6

Le istituzioni fanno i loro passi. Specie agli inizi. L’amore della città verso una dei suoi più grandi amori non può e non deve essere trascurato. Ma stanno bene attenti a non scoprirsi in promesse ritagliandosi un ruolo di garanti. Poco più infatti viene fatto se non cercare di essere presenti , vigili e procedere formalmente alla costituzione di una nuova società. Si poteva fare di più? Forse ma i problemi della città sono tanti e quello sportivo è solo uno di questi. Il futuro ci permetterà di valutare completamente l’operato. Per ora stiamo alla finestra e aspettiamo.

I Tifosi 10

Nessuno si sarebbe aspettato un trasporto simile, ma 15 anni ai massimi i livelli non sono passati invano. La città ha fame di calcio. Umilmente, ma con trasporto eccezionale, accorre in aiuto e fa registrare un record assoluto di abbonamenti per la serie D. Notizia che fa il giro dell’Italia. Poi un seguito impressionate ma composto a ogni trasferta. Alla fine i nostri sforzi sono premiati: Vincere Vincere e Vincere. Lo abbiamo fatto. Spesso le sfumature danno sostanza alla realtà. L’inno di Mameli cantato per la finalissima nello stadio Helvia Recina è il suggello emozionante di questa rinascita.

Federico Castellani.

Fonte: Fedelissimo online