Il nemico alle porte di Paolo Brogi
Una volta, nel mio periodo dorato di Nazione Grosseto, un navigato dirigente biancorosso mi disse senza mezzi termini che quel campionato di Serie D i torelli maremmani erano obbligati a vincerlo e senza tante storie. Perché? Gli chiesi con un sorriso che probabilmente non gli piacque. Poi fece una smorfia e disse una di quelle cose, magari banali, che però ti restano scolpite in testa a distanza di anni e anni. Almeno a me. Perché, amico mio? Mi interrogò quasi per prolungare l’attesa della risposta. Semplice, sbottò subito dopo, il Grosseto è la Juventus della Serie D. All’indomani La Nazione Grosseto, nella sua sezione sportiva, uscì proprio con quel titolo, che conservo ancora nel mio polveroso archivio. E chissenefrega direte voi. Ci arrivo, ci arrivo, non siate precoci. Ho pensato spesso ad una specie di proporzione, tornata in auge dalla scorsa estate, nella mia mente contorta che va avanti e indietro nel tempo come se avesse la famosa macchina. Se dunque il Grosseto è la Juve della Serie D, la nostra Robur che cosa è della Serie D? Senza nulla togliere agli amici di Maremma, almeno il Barcellona. Ecco il Siena può essere considerato il ‘Barca’ della Serie D, quindi una squadra costretta a dominare il campionato, facendo piangere di domenica in domenica gli avversari. Una corazzata che se vince è normale, ma se per disgrazia perde è clamoroso, incredibile, impensabile al ‘Franchi’ o peggio ancora in qualche campetto sperduto. E non dite di no perché l’obiettivo è stato dichiarato e ribadito da società e giocatori e ora, con il nuovo protocollo che spazzerà via rinvii e furbetti, bisogna solo andare in campo e vincere.
E’ chiaro che la potenza di fuoco bianconera può spaventare gli avversari e ancora di più creare in tutti loro una certa invidia. Con il Barcellona della Serie D in campo tutti vorranno prenderne lo scalpo, vivere la giornata di gloria, fare la partita dell’anno, quella da raccontare davanti al caminetto acceso agli amici, e l’affare si complica. Ecco perché mi è venuto in mente il titolo del film ‘Il nemico alle porte’ del 2001, una pellicola altamente drammatica che racconta l’assedio di Stalingrado durante la seconda guerra mondiale con scene di battaglia tra russi e tedeschi di quelle vietate a chi è debole di stomaco. Per fortuna qui si parla di calcio e non di guerra, ma il comune denominatore è che la nostra Robur avrà appunto un ‘nemico alle porte’ ogni volta che scenderà in campo. Non un avversario attenti, ma un ‘nemico’ con le opportune virgolette, per non prenderci troppo sul serio, perché ognuno, dal Trestina al Gavorrano, passando per il Montespaccato e il Grassina sputerà sangue pur di regalarsi l’impresa dell’anno.
Ho citato e non per caso il Grassina. Un primo segnale di quanto sto dicendo si è avuto nel piccato botta e risposta tra il diesse Grammatica e il suddetto sodalizio qualche giorno fa. La società fiorentina ha mostrato le proprie medaglie, ribadendo come il Siena si trovi in una categoria decisamente bassa per la sua storia e le sue ambizioni, quasi a rigirare il famoso coltello nella piaga. Niente di strano, per carità una piccola punzecchiatura per alzare magari un po’ la tensione in vista della partita che ci sarà tra poche ore. Quando davanti hai un avversario decisamente più forte, innervosirlo un po’ può essere un sistema magari per ‘disturbarlo’ prima ancora di scendere in campo. Il bello è che accadrà ogni domenica e a questo dovremo fare l’abitudine il prima possibile per non accusare il minimo contraccolpo, anche se magari come a Civita Castellana le cose inizialmente dovessero mettersi male. Resto comunque convinto che in quarta serie i valori tecnici, quelli veri, possano scavare un abisso tra le squadre. Con giocatori di categoria superiore la differenza la fai sempre e comunque, può esserci la partita dove ti va tutto male, ma solo per puro caso, quindi resto assolutamente fiducioso, a cominciare dal primo ostacolo, appunto il Grassina, sul cammino di Gilardino e dei suoi giocatori.
Siamo pronti a vedere in azione gli stranieri a scoprire le qualità degli altri bianconeri con il solo problema che i tifosi dovranno farlo davanti ad uno schermo, senza vivere lo stadio che poi è la cosa più bella in assoluto. Senza tifosi il calcio è un qualcosa privo di rumori, emozioni e perché no di gioia e imprecazioni. Insomma, un ibrido aberrante. In Inghilterra da dicembre la gente, almeno in parte, torna allo stadio. In questa italietta nostra abbastanza allo sbando chissà per quando ancora non sarà possibile farlo. Ma come te vuoi andare ad assembrarti e metterci tutti in pericolo? Vergognati. Ecco sarà bene che questa frase uno si limiti a dirmela da dietro la sua tastiera ultimo tipo, con il coraggio dato da due belle mandate di chiave alla porta di casa perché non l’accetterei con il sorriso. Ne ho abbastanza di terrorizzati che vorrebbero terrorizzare il prossimo, dopo il ‘terrorismo’ mediatico che arriva ogni giorno a fiumi da qualsiasi mezzo di comunicazione. Tranquilli, porto la mascherina, mi lavo le mani, non mi assembro con nessuno, resto a distanza di sicurezza da tutti ma toglietevi dalla testa di rompermi i coglioni. E scusate la finezza. Voglio vivere e se qualcuno ci ha già rinunciato affari suoi, non miei.
E pensare che mi ero quasi fatto violenza per non parlare di pandemia, poi il pensiero all’Inghilterra con gli spalti di nuovo ‘vivi’ mi ha fatto andare subito in bestia. Scusate ancora amici. Pensiamo piuttosto al nostro piccolo Barcellona che tra poche ore dovrebbe, il condizionale ce lo metto sempre, scendere in campo a provare ad asfaltare il Grassina. In piedi Robur il nemico e alle porte.
Paolo Brogi (paolo.brogi@lanazione.net)
FONTE: FOL