Il clima che si è creato non serve a nessuno di Senio Sensi

La sosta del campionato consente a tutti, prima che le “compravendite” di gennaio producano eventuali altre problematiche, una pacata riflessione sul presente e sull’immediato futuro della nostra Robur dopo le ultime settimane in cui si è sentito, letto e visto un po’ di tutto.

Siccome noi (e siamo tanti) amiamo davvero il bianconero e la  storica Società e non abbiamo convenienza alcuna al di fuori della  “buona salute” di ambedue, ci piace esprimere alcuni concetti riguardanti tutto l’ambiente, dispiaciuti se qualcuno non gradirà. Ma speriamo di no perché chi ci conosce  comprenderà la nostra assoluta buonafede.

Tutto cominciò con un forte risentimento del Presidente che criticò il fatto che fossero state pubblicate notizie – poi in parte smentite – riguardanti un clima interno definibile delicato se non burrascoso. Seguì il consueto attacco a quei tifosi che, a dire degli addetti ai lavori, hanno la critica facile su tutto e su tutti. Stereotipo rivisto: quando le cose, per i risultati sul campo o su altro, non vanno per il verso giusto si invoca una maggiore correttezza dei tifosi (non di tutti) che debbono dimenticarsi dei fasti di un tempo che fu perché, anche nel calcio nostrano, le vacche grasse sono finite.

E’ di tutta evidenza che il mormorio di una parte del pubblico nei casi in cui la squadra non gira o qualche calciatore compie errori non da professionista, non  aiuti umore e risultati, ma certe critiche debbono essere derubricate ad “eccessivo amore”, quindi sarebbe bene procedere senza farle pesare troppo a tutto l’ambiente  e magari aspettare la giusta vendetta (con risultati e crescita dei singoli e della squadra) della quale i primi ad essere soddisfatti saranno gli stessi ipercritici. C’è poi la parte maggioritaria della tifoseria che costantemente e meritoriamente incita anche quando il gioco latita, cosa questa che dovrebbe annullare anche quel risentimento verso i pochi “brontoloni”.

Da non dimenticare poi che il calcio è uno spettacolo come tanti altri il cui costo del biglietto, almeno in certi settori, è abbastanza sostenuto e ciò, in parte, giustifica chi esprime il proprio malcontento.

Ma il nucleo della vicenda passa per ben altre problematiche: va da sé che qualsiasi Presidente può essere proprietario anche di più squadre ed ha la facoltà di non rendere conto del suo operato ai tifosi, ma nel caso in cui venga richiesto un colloquio con il quale si intenda solo di capire se il nuovo acquisto potrà, in futuro, influire su un disimpegno nei confronti della Robur, non sembra che ciò rappresenti una sorta di lesa maestà. Il negato colloquio (non confronto), o forse non solo questo, ha provocato qualche risentimento espresso   educatamente tra le due parti cui ha fatto seguito, però, un pressoché totale distacco della proprietà dalla tifoseria e dalla stampa; salvo per altri motivi che ignoriamo, si sono interrotti i contatti anche in occasione di eventi che il pubblico voleva condividere con Società e giocatori: apertura della  nuova sede di un gruppo storico, silenzio stampa (in parte interrotto), mancata partecipazione di tesserati a eventuali dibattiti televisivi o  a cene augurali.

Ha sorpreso  anche il distacco dalla Società del Vice Presidente Mangiavacchi, molto stimato nell’ambiente senese; ma anche in questo caso, espresso il rammarico per la persona, dobbiamo riconoscere che le scelte competono esclusivamente  a chi la Società la dirige. Delle presunte difficoltà economiche di cui molto si è scritto e detto non mi permetto di giudicare perché solo pochi interessati conoscono lo stato dell’arte e comunque sappiamo tutti che gestire una squadra di serie C prevede molte uscite e pochissime entrate…

Il clima che si è creato non serve a nessuno e non volendo attribuire colpe mi limito a dire che, a mio avviso, necessita una ripresa dei consueti contatti affinché il solco tra le parti interessate non raggiunga punti di non ritorno. Una mediazione delle rispettive posizioni sembra possibile salvaguardando il diritto al rispetto delle scelte della Società e il giusto riconoscimento di un ruolo fondamentale di stampa e tifosi tutti.

Abbiamo già vissuto esperienze della specie e possiamo dire che certe fratture si sono risolte con vistosi danni dalle cui conseguenze nessuno è stato escluso.

Si sta per aprire la campagna acquisti/vendite di gennaio e credendo di interpretare il pensiero della maggioranza dei tifosi  sarebbe auspicabile che il mosaico che si sta formando dal luglio scorso, e che lascia presagire un immediato futuro positivo, non venga scomposto. Mi riferisco a calciatori e staff. L’ottimale sarebbe rinforzare la squadra in almeno due ruoli (tutti sanno quali sono) e magari cedere giocatori poco utilizzati consentendo loro di trovare più spazio in altre realtà. Ma se questo non sarà possibile  si tratterà di conoscere le  volontà della Società, non solo per l’immediato, evitando di fare processi alle intenzioni o esprimere giudizi aprioristici. Frattanto la squadra dovrà essere lasciata lavorare in pace, perfezionare intese tecniche sul campo e credere su un buon finale dei bianconeri e,  con il contributo di tutti, migliorare i rapporti tra Società/stampa/tifosi/  per facilitare la realizzazione del progetto iniziale che, lo ricordiamo, prevedeva un anno o due di assestamento per poi tentare qualcosa in più.

Non ci sembra, ad oggi, una strada impercorribile, anzi appare a portata di  mano; si tratta di recuperare quello spirito costruttivo ed empatico intanto tra proprietà – tifoseria  – città tutta che tanto ci piacque all’inizio della nuova Presidenza. Siccome non ci sembrano esserci ostacoli insormontabili contiamo che il nuovo anno ci riporti all’estate passata dove ciascuna componente, nel pieno rispetto dei ruoli e in totale trasparenza, si era impegnata a dare una svolta  a quella pericolosa  precarietà che tutti abbiamo vissuto negli ultimi anni. (Senio Sensi)

Fonte: FOL