Il Bicchiere a cura di Federico Castellani
E’ difficile parlare di calcio giocato in questi momenti. Lo è ancora di più quando ci troviamo di fronte ad una prestazione come quella di Reggio Emilia. Sarebbe bello parlare di calcio ma a Siena oramai da troppi anni non è possibile e stiamo perdendo l’abitudine a farlo. Sembrava la stagione della rinascita ed invece, in poche settimane, tutto si è rovesciato. Il gruppo non è più gruppo. Nessuno può parlare. Ma nemmeno saltare con noi perché non ve ne è motivo. Una fitta cortina di silenzio e di cose dette ma non confermate. Fuori rosa eccellenti che fino a qualche settimana fa erano la spina dorsale ed oggi non vengono convocati e, pare, messi sul mercato. Un Direttore Generale, Ernesto Salvini, invidiato da tutte le società di serie C, che appare messo all’angolo ogni giorno di più. Sostituito, almeno momentaneamente, da un più economico certo, ex Direttore Sportivo dell’Atletico Piombino e Cenaia, arrivato a Siena dalla Maremma. Un allenatore osannato fino a pochi mesi addietro e oggi invidiato da pochi, che accetta tutto da un sistema societario sempre più racchiuso in sé stesso. Al di fuori della città, degli sportivi, dei tifosi. E forse anche dalla squadra. Siamo preoccupati. Moltissimo. Non crediamo più a niente e nessuno. Tanto meno a Babbo Natale. Il tempo delle parole e degli incontri “amichevoli” all’Acquacalda a fine partita è finito. Almeno per noi.
Mezzo vuoto
Parlando di calcio domenica si è visto una squadra vuota, sgonfia e impaurita. Che non ha passato la metà campo salvo sporadiche occasioni e che ha subito, come un pugile suonato, l’avversario. Avversario che annotava la defezione, fra l’altro, di almeno sei titolarissimi. Loro però non per scelta ma per infortuni e squalifiche. L’idea è che anche a ranghi completi, se questo è lo spogliatoio attuale, sarebbe variato poco. I giocatori appaiono spauriti, confusi, poco pugnaci. Il calcio è fatto di motivazioni, tranquillità e divertimento oltre che di corsa e tecnica. I giocatori non sono di plastica. Sono dei professionisti ma pur sempre uomini in carne ed ossa. Evidentemente chi dovrebbe trasmettere tutto questo ha perso completamente il polso della situazione. La mancanza poi, forzata o meno di un uomo di esperienza professionistica del calibro di Ernesto Salvini, fa il resto. Il cavallo lo guida il fantino. E’ vero. Come la squadra corre e la guida l’Allenatore. La squadra è il cavallo….. il driver è l’allenatore. O no? Mi son perso qualcosa?……..Ma vediamo cosa ci aspetta nell’immediato futuro. Intanto c’è stata una vivace reazione dagli spalti di tifosi che iniziano ad essere spazientiti. Che finisca tutto a tarallucci e vino? ….. Il rischio c’è.
Mezzo pieno
Niente. Forza Siena e forza la Robur.
Fonte: FOL