Il Bicchiere a cura di Federico Castellani

AHI AHI AHI. Dopo tanti meritati elogi la prima vera delusione. Cocente e che quindi fa più male del normale. Una sconfitta meritata soprattutto per l’atteggiamento dei giocatori in campo. Le sferzanti dichiarazioni del Leader Maximo, Ernesto Salvini, non lasciano posto ad interpretazioni. Tanta delusione e anche tanta tantissima rabbia. Gli fanno eco le parole e soprattutto la faccia nera e accigliata del Mister. Una partita che si era messa benissimo e che andava portata in porto. Sarebbe stato importantissimo: basta guardare la classifica. Ok. Voltiamo pagina. Non è andata e abbiamo perso dall’ultima in classifica che si portava dietro un percorso ad oggi da retrocessione sicura: 5 punti nessuna vittoria 3 goal fatti 11 subiti. Nessun dramma per carità ma perdere dalla Recanatese alla prima vittoria nei professionisti irrita. Non vorremmo rivedere certi fantasmi aleggiare che sconvolsero il mondo bianconero qualche anno fa. Ripartire senza tante scuse: caldo, infortuni, stanchezza, rosa corta. Era la Recanatese. Please.

Mezzo pieno

Solo il ritorno di Albertone al goal che, se servito, fa il suo sporco mestiere: i goal.

Mezzo vuoto

Purtroppo molto. Troppo nonostante gli inevitabili alibi e scusanti. Sarà una partita storta? Speriamo. Certo che esprimersi in un senso negativo o positivo sulle reali potenzialità di questa squadra è difficile. Si rischia in un senso o nell’altro di sparare a caso ed essere vittime di considerazioni sbagliate. Può una squadra passare, in 72 ore, da una prestazione tutta sangue e sudore sulla maglia con il Rimini ad una loffia, presuntuosa e sgonfia con la Recanatese? Mah….difficile capire….. come ha chiosato il Direttore…. essere nella testa dei giocatori. Certo si può perdere ma essere così disutili come nel secondo tempo e incapaci di proporre una reazione a goal se pur casuali fa innervosire. Ha ragione perfettamente l’allenatore avversario: la fortuna fa parte del gioco basta assecondarla. Ieri loro lo hanno fatto. Noi no. Nonostante il vantaggio acquisito. Ultima considerazione riguardo alla tifoseria. Mai sopra le righe e che, nonostante la bruciante sconfitta, ha mantenuto un comportamento esemplare. Tifando 95 minuti e comunque salutando la squadra alla fine senza scendere in facili disapprovazioni. Campioni di equilibrio.  Forza Siena,  Forza la Robur.

Fonte: FOL