Granado: “Ho trovato un ambiente sano e un gruppo eccezionale, vado al campo col sorriso”
«Sono contento di com’è iniziata la mia stagione a Siena. Peccato solo per Terranuova, senza la parata del portiere avremmo fatto un’altra grande vittoria. Speriamo comunque di continuare su questa strada». Leonardo Granado è stato ospite questo martedì di “Al Club con la Robur”, il format organizzato dal Fedelissimo Online alla sede dei Fedelissimi, dove ha parlato dell’impatto avuto in bianconero e risposto alle domande del pubblico presente.
Pontassieve – «Ho iniziato l’azione con Bianchi, poi sono andato a rimorchio perché non ce la facevo a seguirla in area di rigore. Vedendo che la palla stava girando ho pensato a liberarmi per il tiro, in quel momento della partita la rete ci ha aiutato tanto. Non ho fatto tanti gol in carriera, sicuramente è nella mia top 3».
Generosità – «A volte sono troppo generoso. Sono altruista di natura, ma in quel momento me la sono sentita di calciare ed è andata bene. L’essere troppo generoso ce l’ho di mio, non ne posso fare a meno. La corsa per il compagno la faccio sempre, se sto bene fisicamente posso avere la lucidità di fare bene entrambe le cose, rincorrere l’avversario ed essere lucido sotto porta».
Squadra – «È un gruppo di ragazzi eccezionale. È importante avere elementi come Bianchi, Lollo, Cristiani, Ricciardo, Agostinone… Hanno fatto altre categorie e sanno come si vince. Ci troviamo tutti molto bene insieme, io vado al campo con il sorriso perché c’è un ambiente sano e di professionisti che lavorano sodo ogni giorno».
Posizione – «Nelle ultime stagioni ho giocato sempre a 2. Nonostante sia un centravanti fisico mi piace molto muovermi e attaccare la profondità, con questo sistema si è un po’ più liberi di muoversi. Gioco bene anche nel tridente, ma forse preferisco un attacco a due. Il mister cerca di farci completare l’uno con l’altro, a seconda della partita potremmo anche giocare insieme con Ricciardo».
Eccellenza – «Avevo avuto anche altre richieste dall’Eccellenza, ma non le ho prese in considerazione. Non sarei mai sceso se non fosse stato per un progetto e una piazza come quella di Siena. A settembre ho avuto i primi contatti ma non abbiamo trovato la quadra, a ottobre ci siamo risentiti e mi hanno chiesto di vedermi un paio di giorni. Alla fine siamo riusciti a trovare l’accordo, tutti mi hanno voluto fortemente e io sono stato molto contento di sposare questo progetto».
Ricciardo – «Il mister mi dice di andare a lezione da Ricciardo, perché dentro l’area è uno che è sempre presente. La sua carriera parla da solo, io l’ho affrontato quando era a Cesena dove fu capocannoniere. Ho sempre avuto molta stima di lui, avendolo anche conosciuto posso dire che è un grande. Con la sua esperienza si muove alla perfezione. Io ho altre caratteristiche, ma dentro l’area bisogna guardare quelli che numericamente hanno fatto i gol. Lui anche in allenamento è sempre molto lucido».
Carriera 1– «Sono nato a San Paolo e ho iniziato a giocare a calcio per strada, fino ad arrivare nella squadra del paese. All’età di 13 anni sono entrato in una scuola calcio, poi a 19 sono andato via dal Brasile: prima in Bolivia, poi in Albania, a Malta, in Indonesia e dopo un infortunio molto grave sono venuto in Italia, anche per prendere la cittadinanza italiana avendo dei bisnonni veneti».
Carriera 2 – «Dopo una piccola parentesi a Messina sono ritornato in Albania perché il transfer non arrivava. Sono andato in Paraguay e poi in Malesia. Nel frattempo mi è arrivata una chiamata dal Castelfidardo in Serie D e da lì mi sono stabilito in Italia. Ho fatto Brindisi, Gravina, Nardò, Molfetta e poi la mia migliore stagione a Mezzolara. Da lì Tivoli e Chisola, con la quale abbiamo fatto un miracolo sportivo e grazie ad un mio rigore ci siamo salvati».
Serie A – «Quando ho iniziato a seguire il calcio sognavo di venire in Europa. Sapere che il Siena era in Eccellenza mi ha spaventato, perché ero abituato a vederlo giocare contro il Milan. Quando l’ho detto ai miei amici mi hanno chiesto: ma è quel Siena?».
Unità – «La società non ci fa mancare niente, la qualità dei giocatori non si discute e i tifosi ci sono sempre vicini. Le componenti per far bene ci sono tutte: peccato solo non giocare al Franchi. Per una squadra come la nostra sarebbe utile, ma anche per i tifosi penso sia un peso non poter stare nella loro casa. Speriamo di raggiungere gli obiettivi tutti insieme».
Impegni ravvicinati – «Non avendo fatto una preparazione dovremo essere bravi a gestire queste gare ravvicinate stando attenti agli infortuni. Il mister sa quello che fa, ci farà arrivare al meglio a tutte le partite».
Campionato – «Vincere i campionati non è mai facile. Le nostre avversarie lotteranno con noi ma sono convinto raggiungeremo la vetta. Quando arriveranno gli scontri diretti sarà fondamentale affrontarli con la giusta mentalità».
(Jacopo Fanetti)
Fonte: Fol