GLI ANNI DI PAGANINI

Con il campionato 85/86 inizia l’era Paganini. L’avvocato romano inizia bene la sua dirigenza, portando al Siena entusiasmo e soprattutto la possibilita’ di condurre una campagna acquisti avendo dei soldi da spendere. Cosi’, su indicazione del mister Mazzola, arrivano fra William Pederzoli, il portiere Sansonetti, Ravazzolo, Molteni, “Genio” Fermanelli ed altri ancora! Mazzola compone una squadra che e’ un gioiello e, nonostante le difficolta’ derivanti dal fatto di essere inserita nel girone Sud, il Siena sara’ la rivelazione della serie C. Si vince e si raccolgono applausi per il gioco, come da tempo non si vedeva. Ben presto si comincia a sognare addirittura la serie B grazie ad una serie di successi sia in casa che fuori. Il nostro Club organizza trasferte impensabili e tutto sembra filare per il verso giusto. Ma il Siena e’ una societa’ piccola e politicamente poco influente e chi manovra nella “stanza dei bottoni” riesce a condizionare qualche partita importante (leggi Siena-Taranto e Siena-Salernitana) in modo da frenare quel tanto che basta la corsa dei bianconeri. Si arriva quarti, concludendo la stagione con un sonoro 4-1 al Barletta e ci si qualifica per la coppa Italia con le “grandi”. Purtroppo dopo una stagione cosi’ brillante, a qualcuno la maglia bianconera comincia ad andare un po’ stretta. Mazzola accetta l’offerta della Spal, portandosi dietro Fermanelli, Sansonetti va a Messina e Stringara inizia l’ascesa che merita, andando prima al Bologna di Maifredi e poi all’Inter. Paganini ed il d.s. Carletto Galli portano a Siena Marcello Lippi e cercano di sostituire adeguatamente i giocatori partiti. Arrivano fra gli altri Bellotto, Carsetti e Torresani, che inseriti nella vecchia intelaiatura sembrano poter garantire un buon rendimento. Infatti la coppa Italia non ci vede affatto sfigurare, pur se inseriti fra squadre di categoria superiore. Ma il campionato purtroppo ci riserva ben altri risultati. Le prestazioni sono incolori, si capisce subito che quello che manca e’ il gioco. Il giovane Lippi, inesperto per un campionato duro come quello di serie C, non riesce a dare alla squadra una impostazione di gioco che produca frutti. La contestazione dei tifosi nei confronti del tecnico si fa sempre piu’ forte e dopo una partita di coppa Italia con la Rondinella la societa’ e’ quasi costretta ad esonerarlo. Arriva Sereni e con lui qualche rinforzo ma la caduta libera del Siena non si ferma. La sconfitta interna contro il Sorrento condanna i bianconeri alla retrocessione. Si ritorna mestamente in C2, nella sorpresa piu’ generale, quando nessuno se lo aspettava, anzi proprio quando ci si aspettava un altro campionato di vertice. Paganini parla di un programma triennale per riportare il Siena in C1 ed assume come d. s. Nelso Ricci, carrarino dai modi bruschi e poco diplomatici. Ricci cede praticamente tutta la squadra e la ricostruisce da zero, affidandola a Lombardi, tecnico giovane. Arrivano Deogratias, Redomi, Viviani, Gabriellini, Signoroni, i “vecchi” Tosoni e Ravazzolo, torna Tintisona e il forte fluidificante Andrea Pepi, ondaiolo d.o.c. Ma il campionato 87/88 non ci riserva grosse soddisfazioni. Il gioco e’ prevedibile e farraginoso e qualche giocatore rende molto meno delle aspettative. La prime due partite segnano una dura sconfitta a Tempio e uno scialbo pareggio contro il Pontedera. La contestazione si riaccende e stavolta vengono colpite, oltre al mister, anche squadra e societa’. Ci si mettono anche una serie di infortuni a complicare le cose e, dopo l’ennesimo fallimento contro la Saviglianese, Paganini e Ricci decidono di esonerare Lombardi e chiamare il grandissimo Romano Fogli. Il tecnico pisano, grande signore e grande conoscitore di calcio, riesce a riportare serenita’ nell’ambiente e riorganizza la squadra al punto da farle esprimere un calcio piacevole e divertente. Purtroppo la sconfitta interna con la Carrarese di Orrico, con invasione di campo da parte di qualche ultras, segna la fine di ogni tipo di ambizione. I marmiferi saliranno in C1 insieme al Montevarchi, mentre il Siena si dovra’ accontentare del settimo posto. Durante questa stagione si registra purtroppo un grave lutto. Ad Arezzo, stroncato da un male incurabile, muore Bruno Beatrice, artefice del vittorioso campionato 1981/82. Non dimenticheremo mai la sua lealta’, la sua forza, il suo attaccamento ai nostri colori! Paganini tenta un immediato rilancio richiamando sulla panchina del Siena Ferruccio Mazzola e permettendo a Ricci di allestire, su indicazione dello stesso Mazzola, una squadra niente male. Vengono confermati Tintisona, Carsetti, Signoroni, Joriatti e Pepi, cui si aggiungono Rastelli, Mucciarelli, Tanagli, Maurizi ed un trio di navigata esperienza: Mariani, Vianello e il bomber Fiorini. Siamo per la stampa la squadra da battere e l’arrivo di Podavini e Pevarello fa salire ancora di piu’ l’entusiasmo dei senesi. Le prime giornate fanno vedere un Siena all’altezza delle previsioni, ma alla settima conosciamo la nostra Caporetto andando a perdere 3-0 allo Stefano Lotti di Poggibonsi. E’ una sconfitta che lascia il segno, la batosta sembra ridimensionare tutto l’ambiente. Mazzola riesce in qualche modo a far assorbire il colpo alla squadra, finche’ a quattro giornate dal termine del girone d’andata il Casale viene a vincere a Siena. Era una sorta di scontro diretto e la sconfitta, cui si sommano alcuni infortuni, ci costringera’ a riporre ancora i sogni di rivincita nel cassetto. Mazzola emigra verso Perugia e a Siena arriva, dopo un tentativo fallito con Baldini a causa della squalifica inflitta a quest’ultimo, Attilio Perotti come nuovo allenatore. Si comincia a preferire una rosa fatta di giovani con voglia di emergere, la freschezza piuttosto che l’esperienza. Arrivano parecchie facce nuove, ma la squadra sara’ imperniata sul duo Arrigoni-De Falco. Il bomber Toto’, arrivato da Trieste, riscalda l’ambiente e compatta lo spogliatoio. Perotti e’ soddisfatto della squadra e, scherzi del calendario, sempre alla settima di andata si torna sul campo del Poggibonsi. I tifosi sono divisi fra quelli che temono una seconda umiliazione e quelli che non aspettano altro che “vendicarsi” dei cugini giallorossi. Fortunatamente avevano ragione i secondi, perche’ il Siena esce trionfante per 4-0 dallo Stefano Lotti, restituendo con gli interessi la sconfitta dell’anno precedente. Stavolta e’ proprio Poggibonsi il trampolino di lancio verso la vetta della classifica, che viene raggiunta dopo una brillante serie di risultati positivi. Il girone di andata termina con i bianconeri solitari in testa, senza sconfitte subite, un solo gol incassato in trasferta e la media inglese a zero! Pro Vercelli e Pavia sono le uniche squadre ad impensierire il Siena, che pero’ anche nel girone di ritorno fa capire di essere superiore. La vittoria per 2-0 a Vercelli e per 2-1 a Pavia legittimano ampiamente la vittoria del campionato, che avverra’ domenica 18 maggio 1990. Il Siena batte la Massese e ritorna in C1, con una festa che travolge tutta la citta’ per portare in trionfo gli eroi bianconeri, a cominciare da mister Perotti, il bomber De Falco, e poi Marino, Arrigoni, Pisasale, Mucciarelli, Zanandrea e tutti gli altri. Una meravigliosa cena nel chiostro di San Domenico conclude una stagione veramente indimenticabile! Per il campionato 1990-91 il Siena dovra’ fare a meno di Pisasale e Marino, partiti rispettivamente per Vicenza e Trieste. Ma il tecnico Perotti viene riconfermato e i nuovi arrivati sono sicuramente di qualita’. La stagione inizia in modo un po’ anonimo, si vince poco e si perde ancor meno. La vittoria sulla Ternana nell’ultima partita dell’anno contribuisce a sbloccare l’ambiente, a far passare una certa paura di vincere e ad aprire orizzonti nuovi alla truppa bianconera: quello che doveva essere un campionato di tranquilla permanenza in C1 ci vede coinvolti in un’avvincente lotta per la serie B! Si vince a Perugia e poi a Sassari con la Torres. A sette giornate dalla fine in Siena e’ a un solo punto dalla promozione, alle spalle della coppia Casertana e Palermo. Purtroppo tre giornate dopo saranno proprio i cugini aretini a farci rallentare il passo, venendo a raccogliere un fortuito pareggio al “Rastrello”. Ormai bisogna giocarsi il tutto per tutto sul campo della Ternana, sempre ostico per il colori bianconeri. Infatti si subisce un pesante 3-1, che ci obbliga a riporre mestamente i sogni di serie B nel cassetto. La squadra accusa il colpo e la sconfitta interna con il Catanzaro, nell’ultima giornata, ci impedisce anche di partecipare alla Coppa Italia professionisti. In pochissime settimane si rompe l’incantesimo: tifosi, squadra e societa’ si ritrovano improvvisamente “l’un contro l’altro armati”, il gruppo compatto che ha sfiorato la serie B sembra essersi disciolto come neve al sole. Ognuno accusa gli altri per quello che e’ successo ed il campionato seguente non comincia certo nel migliore dei modi. Paganini vende Marin e Pepi al Cesena, Torracchi al Perugia, Zanandrea al Mantova, Mariani alla Carrarese e Mucciarelli al Pavia mentre non rinnova il contratto a De Falco ed Arrigoni. Qualche buon “pezzo” arriva, ma la squadra affidata a Ciccio Esposito, ancora nel cuore dei tifosi per il campionato vittorioso, dimostra ben presto di essere carente in piu’ di un reparto. Il pari interno con il Pavia ed il sonoro 5-0 rimediato a Vicenza cominciano ad allertare i tifosi, che sollecitano la societa’ ad apportare i dovuti rimedi alla situazione. Purtroppo l’arrivo del bomber Coppola, di Brandani e di Rocca non riuscirà a rimettere in sesto la situazione. La contestazione porta quindi alla sostituzione del tecnico: Esposito viene rimpiazzato da Romano Fogli, l’uomo delle situazioni difficili, che onora la sua fama riuscendo a raggiungere proprio all’ultima giornata quella salvezza sulla quale nessuno avrebbe scommesso una lira. Fogli porta il Siena anche alla finale della coppa Italia di serie C, che pero’ vede sorridere la Sambenedettese dopo l’1-1 al Rastrello ed il 2-1 sull’Adriatico. Salvi all’ultimo tuffo, ci si rituffa nel campionato di C1 per la stagione 1992-’93. Salutato con tanti ringraziamenti Romano Fogli, viene promosso sulla panchina della prima squadra Luciano Vescovi, allenatore delle giovanili. Vescovi sa che per lui si tratta di un’occasione importante e si tuffa anima e corpo in questa impresa. Il primo acquisto e’ col botto: dalla Cremonese (serie A) arriva Jacobelli, uomo d’ordine che dovrebbe fungere da faro della squadra. Purtroppo il resto degli arrivi non e’ dello stesso calibro e inoltre all’inizio del campionato Paganini vende Signorini al Prato. Jacobelli, sentendosi tradito dalle promesse di una squadra competitiva, comincia a fare le bizze e dichiara di voler andar via. Paganini lo accontenta immediatamente e il Siena si ritrova messo male sul serio. Vescovi fa quel che puo’ con la gente che ha a disposizione ma dopo la sconfitta di Vicenza, prima gara del girone di ritorno, la Robur e’ in piena zona retrocessione. Il Presidente contribuisce a complicare ulteriormente le cose annunciando che a fine stagione lascera’ la societa’, invitando eventuali acquirenti a farsi avanti. Siamo nel caos e la squadra ne risente. Vescovi, senza colpe specifiche, viene sostituito a fine aprile da Giulio Pelati, allenatore della Primavera. Ma neanche Pelati riuscira’ nel miracolo, nonostante la promozione in prima squadra di Walter Lapini, torello opportunista e rapido che con le sue reti riusci’ a salvare qualche partita. La sconfitta casalinga con il Leffe segna la retrocessione in serie C2 per il Siena. Paganini porta avanti le trattative per la vendita fin quando, probabilmente avvertito di un possibile ripescaggio della Robur, fa marcia indietro e annuncia di voler rimanere al timone del Siena. Effettivamente siamo nel gruppo delle ripescate e nella stagione 1993-’94 possiamo disputare ancora la C1. Paganini tenta di ricucire un po’ i rapporti con i tifosi, le Istituzioni e la Citta’ tutta, ma si sa, la vera medicina per questi casi sarebbe allestire una squadra valida e cominciare a vincere. Ma questo Paganini non riesce a farlo…. Al nuovo mister Silvio Baldini mette a disposizione una squadra con pochi confermati (vista la retrocessione dell’anno passato) e parecchi giovani, che sicuramente non si presenta ai nastri di partenza fra le favorite…. Le due sconfitte consecutive di inizio stagione, col Perugia in casa e a Casarano, fanno subito capire che anche quest’anno per i tifosi bianconeri ci sara’ da soffrire. Baldini si assume tutte le responsabilita’ degli scarsi risultati della squadra, continua a lottare, e con qualche rinforzino in corso d’opera il Siena arriva all’ultima giornata con una situazione preoccupante ma non drammatica: se batte in casa l’Atletico Leonzio riesce ad evitare i temuti playout. In 5000 riempiamo lo stadio per sorreggere i bianconeri in quest’ultimo sforzo e Di Fabio e Baiocchi ci ripagano realizzando un bel 2-0 che ci consente di rimanere ancora in C1. In estate si diffonde la voce che il Siena per problemi di bilancio possa ‘saltare” come successo a tante altre società di C, poi i nuvoloni fortunatamente si diradano. La squadra ‘94- 95 viene costruita facendo di necessità virtù ed anzi, sulla carta appare in grado di recitare il ruolo di outsider. Parte bene, poi gradualmente perde terreno dalle lepri Reggina e Avellino e finisce a centro-classifica dove chiude le proprie fati che (nono posto) dopo aver lottato anche per evitare la zona playout. Malumori e preoccupazioni a parte, il Siena riesce comunque a barcamenarsi come può in Ci da cinque stagioni consecutive. L obiettivo per il campionato ‘95-96 è quello dei playoff. Baldini passa la mano ad un altro giovane emergente: Luigi De Canio. La rosa viene rivoluzionata con quattordici cessioni e quindici ingaggi. Dei “vecchi” rimangono Lauria, Baiocchi, Cinelli, Putelli, Pepi e Carsetti. Il Siena parte bene e si insedia nelle posizioni di vertice della classifica, poi qualcosa sembra incepparsi. A convincenti prestazioni casalinghe fanno eco sconfitte a ripetizione sugli infuocati campi del sud. La squadra si trova a margine della zona playoff e pur racimolando 45 punti (37 dei quali ottenuti al “Rastrello”) e potendo con tare sul terzo miglior attacco del campionato (Putelli gol segna 16 reti) non riesce ad andare oltre l’ottavo posto. La delusione è tangibile e il conflitto società tifosi fa perdere di vista la realtà. Invece di cercare la costruzione di un “ciclo” per il ‘96-97 si cambia ancora una volta allenatore ingaggiando il pur bravo (e sfortunatissimo) Walter Nicoletti e si procede ad oltre trenta operazioni di mercato! Il tecnico romagnolo è però costretto ad abbandonare per gravissimi motivi familiari e viene sostituito, non senza qual che mugugno, dall’apuano Corrado Orrico. Il Siena parte in tromba e conquista subito il vertice della classifica fino ad un terzo del cammino quando viene superata dal Prato. Forma e concentrazione sono in calo e la paura di sbagliare fa il resto. Dopo quattro sconfitte di fila Orrico si dimette irrevocabilmente ed al suo posto viene chiamato Beppe Savoldi. La squadra non ha l’impennata d’orgoglio che tutti si aspettano e si trascina a centro-classifica senza infamia e senza lode. La contestazione dei tifosi esplode di nuovo violenta contro la società e, in particolare, verso il diesse Nelso Ricci, reo di aver reagito alle urla con un gestaccio. Paganini è ormai in procinto di lasciare la squadra (si sta isolando da tutte le componenti cittadine) e la stagione ‘97-98 sarà la sua quattordicesima e ultima alla guida del club bianconero. A Enrico Nicolini viene affidata la panchina per l’imminente campionato, mentre la rosa ‘97-98 viene fatta con ciò che passa il convento: tanti giovani e qualche calciatore svincolato. ARRIVA LA SNAI SI COMINCIA A SOGNARE Sotto sotto però, Paganini spera nel miracolo. La squadra mostra invece sul campo tutti i suoi limiti e rimedia inizialmente sconfitte e brutte figure. Nel caos più totale (contestazioni al limite del contatto fisico) avviene il passaggio di gestione.