Giulio Pelati se ne va in Cina. “Educherò per tre mesi i ragazzi di Nantong”

Giulio Pelati torna in pista. Dopo un anno di inattività, lo storico allenatore delle giovanili della Robur se ne andrà per due mesi in Cina. Un’esperienza formativa all’interno del più ambizioso progetto mondiale, quello del Presidente Xi Jinping: portare la Repubblica Popolare nell’Elite del calcio. “I mezzi economici ce l’hanno, ma la mentalità calcistica è difficile da creare – commenta al Fedelissimo Online mister Pelati, che partirà lunedì e resterà fino al 3 settembre. “Non avrò a che fare con una società calcistica, ma con la scuola. Educherò i ragazzi dai 7 ai 13 anni”. La città è Nantong, la stessa dove si recò la scorsa estate Danilo Tosoni, in qualità di tesserato del San Miniato. San Miniato che ha presentato un anno fa l’International Soccer Camp, in sinergia con l’Università per Stranieri. “E’ stato Danilo a propormi” – rivela Pelati. “Mi ha chiamato l’assessore, sono bastate poche parole. Mi renderò conto solo quando sarò lì del livello coordinativo e di quello tecnico dei ragazzi. Perché lo faccio? C’ho una certa età, non ho bisogno di certo di fare carriera. Mi è capitata questa opportunità, non si sa mai nel futuro cosa possa accadere”. Pelati, fino all’anno scorso mister della Berretti, non è stato riconfermato e si è preso un anno sabbatico. “Ho speso una vita nel settore giovanile del Siena, non mi sono mai attaccato a nessuno. Ho conosciuto diversi allenatori, da Lippi a Conte, ma stavo sempre sulle mie, mai stato raccomandato. Quest’ultima stagione mi ha chiamato Simone Gasperini a San Miniato ma sinceramente non avevo voglia. Mi ha cercato anche il Poggibonsi, quando c’era Capuani, che poi è andato in Spagna a truccare le partite. Ci sono tanti banditi nel calcio, io non posso stare in questo mondo. Vedo genitori che pagano per far giocare i figli, sento tante cose assurde. Potrei scrivere un libro sulle operazioni senesi, ma l’ego l’ho sempre lasciato da parte. Sono rimasto deluso da Siena, da tanti personaggi, per questo non mi dispiace intraprendere questa esperienza all’estero”. E la Robur, in tutto questo? “La seguo sui giornali, o sul vostro sito. In fondo è una parte della mia vita. Mi ricordo tutto, dall’inizio alla fine. Cominciai nell’89, con gli Allievi Regionali, dopo una chiamata di Nelso Ricci. L’anno dopo si andò in C1 con Perotti, quel gruppo fu eccezionale. Di ricordi splendidi ce ne sono tanti, con diversi ragazzi sono ancora in contatto. Raggiunsi diversi traguardi, aldilà delle tante plusvalenze. Si è parlato tanto della Primavera di Baroni che arrivò in finale, ma in campionato arrivò quinto. Io di campionati ne ho vinti sei”. (Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Fol