Ghizzani: “Quando rivedo il Siena il cuore batte. Passa il tempo ma le persone rimangono”

Nel post-partita per il San Donato si è presentato in sala stampa anche l’ex Marco Ghizzani, co-allenatore del San Donato. Queste le sue dichiarazioni:

Partita – “Il risultato può essere anche giusto, dopo il vantaggio ci aspettavamo qualcosa di più noi. Andiamo in vantaggio ma poi ci facciamo sempre riprendere. Ci sono certo anche gli avversari, che oggi erano davvero di valore. L’interpretazione della gara è stata buona, ma sinceramente l’amaro in bocca rimane. Alla fine sono sempre in difficoltà perché il San Donato ha bisogno di punti e li sentivamo già in tasca. A fine partita tirando una riga il pareggio è giusto. Noi abbiamo avuto diverse occasioni ma a differenza del Siena siamo stati troppo frenetici”.

Punti salvezza – “Bisogna dividere classifica e prestazione. Se guardiamo la classifica, ad oggi siamo salvi ed è salva anche l’Olbia per il discorso della forbice. La prestazione c’è sempre stata, infatti anche in casa qualche punto l’abbiamo fatto. Da questo punto di vista siamo positivi. Dall’altra parte c’è l’ambizione di non mollare mai. Continuiamo a giocare ma bisogna anche essere arroganti e cercare di portare a casa anche qualcosa che non merito”.

Ripresa – “Loro sono andati al 4-2-3-1 e noi arrivavamo male sulla loro ampiezza. Noi ci siamo concentrati tutta la settimana per fare la partita su Disanto, e infatti nel primo tempo lo abbiamo controllato bene. Guardato tutta la partita però alla fine ha avuto una grande occasione su cui Biagini ha fatto una bella parata, ha colpito un palo e ha fatto un gol. Nell’economia della partita lo riassumiamo come l’artefice del pareggio del Siena”.

Siena – “È una squadra che magari non ha grossi ricambi ma ha tanta qualità per la categoria. Magari non è costruita per il primo posto ma per il secondo sì. Quando rivedo Siena il cuore batte, è 23 anni lo dico. Sono emozioni forti, rivedere i magazzinieri, i fotografi, i giornalisti… Passa il tempo ma le persone rimangono”. (Jacopo Fanetti)

Fonte: Fol