Farelli: “Il Siena lo seguo sempre, spero che possa tornare ad essere la 18° contrada”

“Il Siena lo seguo sempre, non posso che augurargli di poter tornare nel calcio che conta. È una grandissima banalità, ma glielo auguro con tutto il cuore. La Robur è la diciottesima contrada, quel trait d’union tra i senesi, che la domenica si ritrovano allo stadio con gli stessi colori. Negli ultimi anni purtroppo non è stato così per ovvi motivi societari”. Così Simone Farelli, ex giocatore bianconero e attualmente preparatore dei portieri del settore giovanile della Roma, in un’intervista a Canale 3.

Sannino – “Ho seguito la sua vicenda, mi spiace che sia stata strumentalizzata e che abbia creato un’ulteriore polemica, dato che il Siena negli ultimi anni non si è fatto mancare polemiche e risvolti societari. Mi piacerebbe che Sannino fosse ricordato per la storica salvezza in A e un altrettanto storica semifinale di Coppa Italia”.

L’anno della Coppa – “È uno dei ricordi più belli della mia vita professionale. La semifinale col Napoli la ricordo ancora nei minimi dettagli. Il freddo dell’andata, il fatto che giocammo con le seconde linee, compreso il sottoscritto, mentre il Napoli aveva la migliore formazione. Ma nonostante questo facemmo una partita incredibile. All’ultimo minuto Brienza si trovò solo davanti a De Sanctis e subì un chiaro fallo da espulsione da parte di Cannavaro. Noi per fair play non buttammo fuori la palla e nel capovolgimento di fronte subimmo il 2-1 che ci è costato al ritorno. Però rimane un’esperienza incredibile, ricordo ogni singolo istante”.

Movimento italiano – “Si parla di queste problematiche solo quando l’Italia non si qualifica per il Mondiale. Speravo che la Svezia servisse da lezione, non è stato così. Un primo problema è il settore giovanile, pieno di stranieri. Non ho nulla contro i ragazzi che cercano fortuna in Italia, ma bisogna fare in modo di mettere i giovani italiani nelle condizioni di giocare. Condizioni meritocratiche, non economiche. Il sistema della C come è ora non so quanto funzioni, le squadre utilizzano i giovani per prendere il contributo e poi li scaricano”.

Impianti – “Un altro punto su cui spingere sono le infrastrutture. Il Siena ci fa i conti da qualche secolo. Il progetto stadio sarà stato fatto cento volte, cento prime pietre sono state poste ma il Siena gioca sempre nel vecchio Franchi ed è alla ricerca di una struttura di allenamento”.

Roma – “Ho la fortuna e l’onore di continuare, nella Roma, ad occuparmi di portieri nel settore giovanile. È il ruolo che più mi appassiona, mi piacerebbe continuare così. La Roma è una società con ambizione e la nuova proprietà americana punta tantissimo al vivaio. Non mi vedo un domani ad allenare una prima squadra, perché un portiere ha più conoscenze specifiche”. (Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Fol