Facciamoli piangere

Lo avevo detto nel mio precedente intervento che il nemico era alle porte e adesso, adottando una delle frasi più riuscite del grande Mou, lo abbiamo sentito il rumore di questo nemico, nella fattispecie il Grassina, vittorioso al ‘Franchi’ e molto spiritoso subito dopo. Lo scalpo bianconero i fiorentini lo hanno esibito per buona parte della settimana, parlando di impresa storica e va bene, di boato pazzesco nel caso lo stadio fosse stato aperto al pubblico e nel caso lo avremmo ascoltato volentieri e con il coraggio di affrontarlo senza cuffie di protezione questo ‘boato pazzesco’. Non solo. Il presidentissimo ha parlato anche di un rigore che non c’era, meno male, che però ha fatto molto comodo alla sua squadra. E va beh. Capisco che la gara era stata preceduta da un sacco di polemiche e riuscire a portarla a casa è stata una soddisfazione doppia per i nostri avversari, mi aspettavo però un post partita felice, per carità, ma forse più sobrio nei modi. Però, cari ragazzi, facciamoci l’abitudine. Purtroppo o forse potremmo dire anche meno male, la Robur è considerata l’ammazza-campionato e ogni avversario che affronteremo considererà quella partita come la finale dei mondiali. Lo abbiamo visto con il Tiferno e appunto con il Grassina e speriamo non accada più da qui a maggio che qualcuno possa far festa dopo aver giocato con i bianconeri. Quando sei stato nobile e sei improvvisamente e terribilmente decaduto tutti ti affrontano con l’idea di avere davanti la squadra che fu, quella che oltre dieci anni fa potevano vedere soltanto in televisione, e che in provincia di Firenze andava solo per sfidare la sorella maggiore con la maglia viola. Quindi è chiaro che anche se l’attuale Robur oltre ovviamente a non avere lo stesso potenziale non ha nemmeno lo stesso nome di quella gloriosa parabola temporale, per tutti sarà sempre il Siena e stop da battere e poi sfottere. E questo deve servire da lezione per le prossime partite, per chi quella maglia bianconera la indossa. Serve carattere, cattiveria sportiva e consapevolezza su cosa significhi indossare certi colori e in particolare il problema che si pone ogni volta che non arriva la vittoria. Per chi gioca, ma soprattutto per chi tifa e al momento non può nemmeno farlo allo stadio. La società c’è, le qualità anche, quindi mi aspetto che da domenica, se non ci saranno sorprese di tamponi, rinvii e compagnia bella, di cominciare a farli piangere davvero questi avversari, di far vedere davvero quanto vale questa Robur e soprattutto dove vuole arrivare. Il girone di andata me lo immagino positivo ma di assestamento tecnico-tattico, dal ritorno voglio però un Siena rullo compressore che faccia rimangiare sorrisi e battute agli spregiudicati autori. D’altra parte se l’obiettivo è quello annunciato c’è poco da andare per il sottile. Ragazzi vorrei fermarmi qui perché a questo giro se mi addentro in altri argomenti tipo pandemia o colori dell’Italia stavolta faccio danno davvero e gli amici che mi ospitano su queste colonne non lo meritano. Avanti Robur e lo ribadisco, dalla prossima facciamoli piangere davvero. Paolo Brogi (email: paolo.brogi@lanazione.net)

Fonte: FOL