Esclusiva Fol – Paloschi: “Ho sperato a lungo in un lieto fine. I tifosi meritano di tornare a gioire”
Fa un certo effetto vedere un giocatore come Alberto Paloschi ancora senza squadra. “Mi sto allenando e guardo in giro per vedere se esce qualcosa di interessante – spiega al Fedelissimo Online l’ex attaccante bianconero – cerco una società con programmazione, un progetto interessante che mi faccia tornare la voglia di andare al campo e pensare solo a quello”.
Perché a Siena, soprattutto negli ultimi tempi, non era più così.
Al campo non si parlava più di calcio, c’era una grande pesantezza. Le cose non sono andate bene già dal primo anno dopo l’esonero di Gilardino, che ha stupito tutti. Poi si sono susseguiti errori su errori. All’inizio arrivai con entusiasmo, in una piazza importante come Siena. Si parlò di una programmazione di tre anni, ma questa programmazione dopo tre mesi era già finita. Mi dispiace per i tifosi, non si meritano tutto ciò.
Un crescendo di situazioni grottesche.
Era la prima volta che vivevo una cosa del genere. Non venivano pagati i fisioterapisti e varie persone dentro il settore giovanile, c’erano ritardi anche a pagare i magazzinieri. Eppure tutti i giorni ci raccontavano delle “cagate” dicendo che la società era solida, che tutto era a posto. Il 20 giugno, quando il Siena è stato escluso, mando un messaggio ironico a Ferroni, chiedendo quando ci sarebbero state le visite mediche per la nuova stagione. E lui mi risponde che la settimana successiva avrebbero impostato la programmazione delle visite.
Il San Miniato ha chiesto il fallimento dell’Acr Siena e Montanari entro lunedì dovrà fornire un piano per tentare la strada del concordato. Una vicenda che riguarda anche voi.
Ci siamo appoggiati all’Aic, un avvocato ci sta tutelando.
Di trattare con Montanari, comunque, non se ne parla.
Non c’è mai stata data possibilità prima, quando le cose erano più calme. Visto tutto il male verso i compagni che per svincolarsi hanno fatto salti mortali, non mi sembra il caso di andare a parlare con lui.
Mai pensato, lo scorso gennaio, a lasciare Siena?
Ero tornato dall’infortunio, stavo facendo bene. Ho preferito terminare la stagione a Siena per ripagare la fiducia della piazza, con cui mi sentivo in debito per l’anno prima. E poi mai e poi mai avrei immaginato un finale del genere. Speravamo in qualche modo in un lieto fine.
Al di là di tutto, Paloschi lo scorso anno ha segnato 13 gol.
Spezzo una lancia a favore dei miei compagni, perché in quella situazione riuscivamo certe volte a isolarsi e a fare risultato. Abbiamo centrato i playoff sul campo, ed è stato quasi un miracolo, pensando soltanto a noi stessi e alla gente che ci seguiva.
Il Siena domenica riparte dall’Eccellenza.
Non c’entra nulla con questa categoria. Auguro alla nuova società di fare qualcosa di importante e riportare il Siena dove merita.
Nella squadra c’è Tommaso Bianchi.
Gli ho scritto un messaggio, “capitan futuro”, e ci siamo fatti una risata. È un uomo con la U maiuscola, una persona che all’interno del gruppo è stato importante. Mi è dispiaciuto che sia andato via a gennaio. Un’altra bella persona è Salvini, che più di tutti ha ingoiato l’annata. Non poteva parlare, non poteva esprimersi. Spero che la ruota possa girare e dopo il male che ha subìto possa arrivare per lui qualcosa di positivo. Vorrei poi salutare e ringraziare anche i prof, i fisioterapisti, Cancarini, Cellitti, Nermin, Adamo ed Ezio. Come noi hanno sofferto e tenuto botta tutto l’anno.
Alberto, non hai ricevuto nessuna offerta finora?
Ci sono state tante chiacchiere ma nessuno ha affondato il colpo, tranne un paio di squadre che hanno chiesto più informazioni.
Valuteresti anche di scendere nei dilettanti?
Vivo a Verona, la mia compagna lavora qui. Mi farebbe piacere qualcosa di stimolante vicino casa.
Se Siena geograficamente fosse stata vicina a Verona ci avresti pensato?
Sì, ci avrei pensato. In questi due anni ho conosciuto la città, le persone che ci vivono. I tifosi hanno passato sportivamente un periodo terribile, meritano tranquillità e di tornare a gioire in palcoscenici più importanti.
(Giuseppe Ingrosso)
Fonte: Fol