Esclusiva Fol – Martina: “Volevo smettere, la Robur mi ha rimesso in gioco. E Guidone mi deve una cena”
“Siamo un po’ confusi, non sappiamo quanto torneremo a giocare. Però dobbiamo allenarci al meglio e tenerci pronti quando si presenterà l’occasione”. Alessandro Martina, uno dei migliori in questo travagliato campionato della Robur, si sta allenando insieme al gruppo in attesa di un ritorno al calcio giocato. Martina, tra l’altro, gli effetti del Covid li ha conosciuti da vicino. “Non ho la certezza di averlo preso perché non ho fatto il tampone – racconta l’esterno sinistro al Fedelissimo Online – ma ho avuto dei sintomi, un po’ di mal di schiena e un giorno di febbre. Ero contatto stretto di Gibilterra, abitandoci insieme, così ci hanno messo in un B&B e ho fatto la quarantena lì”.
Parliamo di ottobre, che periodo è stato?
Mi ha ammazzato mentalmente, mi ha distrutto. Venivo dall’espulsione a Scandicci e non potevo rifarmi subito in campo.
Poi però ti sei riscattato. Giochi nell’undici iniziale da 13 gare, praticamente sei diventato titolare inamovibile.
Sì, però non è stato facile. L’infortunio a Trapani mi ha colpito tanto, stavo pensando anche di mollare del tutto, poi la famiglia e gli amici mi hanno detto: Alessandro, non scherzare. Grammatica mi voleva a tutti i costi, per me Siena è stata una sfida, uno stimolo in più, ma all’inizio fisicamente ero messo malissimo, non all’altezza degli altri. Dopo l’esordio a Scandicci mi sono scoraggiato, ma poi mi sono messo in testa che se voglio fare questo mestiere devo dare il meglio. E credo di essere sulla buona strada.
Ti ha aiutato anche la versatilità: hai giocato in tutti i ruoli di fascia, addirittura esterno d’attacco.
E in quella posizione ho pure segnato subito. All’inizio ero un po’ scoraggiato, i movimenti in quel ruolo non li conosco molto bene. Il gol mi ha fatto riprendere fiducia. Il mister quando vede che c’è un campo grande tende a mettermi alto, gli piace sfruttarmi davanti.
La posizione ideale è il quinto di centrocampo. Concordi?
Sì, ho sempre giocato lì nei tre anni a Trapani. Il terzino l’ho fatto da ragazzino, è più dura perchè non sei coperto dal terzo centrale di difesa e devi fare più la fase difensiva.
Un gol ma anche tre assist, tutti a Guidone.
Deve pagarmi una cena! Però potevo fare due o tre gol in più, di occasioni ne ho avute. Non mi accontento di certo.
Le tue volate in fascia sono ormai una costante, è impressionante il tuo scatto e i dribbling in velocità. Gesti che spesso però non vengono concretizzati.
I miei compagni me lo dicono sempre, di essere più decisivo quando arrivo sul fondo. Devo lavorare sul cross, sul mettere la palla sul primo palo dove si muove l’attaccante. Però quando arrivo a quel momento non riesco ad essere tranquillo. È la cosa più semplice, in teoria. Eppure…
Parlami di te, delle tue origini.
Sono nato a Torchiarolo, un paese di 5.000 abitanti in provincia di Brindisi. Prima ci tenevo tantissimo, scendevo sempre appena possibile. Ora è cinque anni che sono fuori casa e ci penso meno, torno giusto per le festività. E poi qui è arrivata anche la mia ragazza, che ho conosciuto a Ferrara quando ero alla Spal.
Dove muovi i primi passi nel calcio?
Nel Lecce, quattro anni fino agli Allievi. Poi dopo un cambiamento di società ci siamo ritrovati a casa. Ho fatto un anno negli Allievi Regionali della scuola calcio di Fabrizio Miccoli, grazie a lui sono arrivato a Trapani e ho giocato una stagione sotto età di Primavera. Dopo aver firmato un contratto di 4 anni sono andato in prestito due anni alla Primavera della Spal, poi sono rientrato e mi hanno aggregato in prima squadra, ma dopo circa due mesi mi sono fatto male al ginocchio. Rottura del crociato. Sono rientrato a giugno e mi sono rotto il menisco. Prima del Siena era da un anno e mezzo che non giocavo.
Qual è il sogno di Alessandro Martina?
Credo sia quello di diventare un calciatore.
E quando si diventa calciatore?
Quando raggiungi gli obiettivi: arrivare in A o B, ma andrebbe bene anche la C. Adesso comunque è troppo presto dirlo.
Saresti disponibile a rimanere a Siena il prossimo anno?
Il direttore mi ha detto che ci metteremo in contatto per parlare del futuro. Vediamo, io lo spero. Dipenderà da tante cose, se saremo ripescati… Ma resterei anche in Serie D. Siena è una bellissima città, ci sto davvero bene.
(Giuseppe Ingrosso)
Fonte: Fol