Esclusiva Fol – L’ex Carminati: “La Robur sta impressionando, ma la Torres darà battaglia”

La Robur domenica a Sassari ritrova Marco Carminati, leader della difesa bianconera due anni fa in D, nella sciagurata prima stagione degli armeni. “Sarà emozionante, perché al di là di tutto a Siena mi sono trovato veramente bene”, racconta al Fedelissimo Online il difensore bergamasco, adesso alla Torres dopo un anno alla Giana Erminio.

Marco, cosa ti ricordi di Siena?

Le tante difficoltà, i quattro allenatori cambiati, le partite saltate per il Covid. Il ritorno di Gilardino ci diede una carica incredibile. Poi la passione dei tifosi, sempre presenti nei momenti di difficoltà. E il legame con i compagni. Creai un bel rapporto con Agnello e con Mignani e la sua famiglia. Ogni tanto “Migna” lo sento. Purtroppo non sono ancora riuscito a tornare a Siena. Ah, e poi Farcas…

Che è l’unico rimasto di quel gruppo.

Il numero uno! Quell’anno giocammo tante partite insieme. Oltre che un ex compagno è anche un grande amico. Lo incrociai già al tempo degli Allievi, io al Brescia e lui alla Spal. Poi a Siena si è creato un bel rapporto di amicizia e ci sentiamo tutt’ora. Sarà un piacere rivederlo.

Anche se, molto probabilmente, resterete in panchina. Entrambi non avete ancora debuttato.

Finora non ho trovato spazio. La squadra è ottima, ha mantenuto il blocco difensivo dell’anno scorso. Cercherò di conquistarmi il posto e di fare il massimo.

Cosa si deve aspettare la Robur domenica?

Una battaglia. Sassari è una piazza spettacolare, c’è un clima fantastico allo stadio e i tifosi, numerosi, ci aiutano tanto.

Com’è vivere in Sardegna?

Beh, c’è il mare a 20 minuti, ci sono posti bellissimi da visitare e il clima è completamente diverso da Bergamo. Ogni due settimane va preso l’aereo ma non è un problema.

Torniamo a quell’anno in Serie D. Ci racconti qualche aneddoto della gestione Gazzaev-Pahars?

Un periodo tragicomico. Il mister diceva una cosa ma il traduttore – un ragazzino due anni meno di me – non parlava bene italiano. E il riscaldamento sembrava quello di 60 anni fa. Situazioni che non possono succedere a Siena.

Malgrado tutto, per te fu un’ottima stagione. Titolare sempre, fino a tutto febbraio, con ottime partite.

Vero. Infatti personalmente è stata un’annata positiva che mi ha aiutato a crescere. Poi presi il Covid e appena rientrato mi lesionai il collaterale, saltando gli ultimi due mesi. Rientrai gli ultimi minuti con la Pianese e poi ai playoff col Trastevere.

Piancastagnaio fu decisiva: senza quella vittoria, non ci sarebbe stato il ripescaggio.

E infatti mi ricordo tanta tensione alla vigilia e i festeggiamenti alla fine, perché era una partita che valeva tanto.

Dispiaciuto per non essere rimasto?

Sicuramente. Ma non si sapeva ancora del ripescaggio, la società temporeggiò e poi fece altre scelte. A malincuore ho dovuto cercare altro. Ma mi è andata bene perché ho trovato comunque la C.

Per chiudere: un commento sul girone B?

Tosto, con squadre di blasone e giocatori forti. Ogni partita è difficile, non ci sono squadre materasso. E il Siena è partito veramente forte! Lo avevo seguito l’anno scorso, quando fece un campionato complesso, adesso sta impressionando. L’ho visto col Cesena, si vede che è una bella squadra.

(Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Fol