Esclusiva Fol – Guberti: “Sto aspettando la Robur, accetterei qualunque categoria”

“Mi dispiace tantissimo. È il secondo fallimento che vivo in prima persona. Sono due epiloghi uguali con percorsi diversi, perché se nel 2020 sapevo delle difficoltà, quest’anno avevo tantissime aspettative. Il dato di fatto è che ci rimettono la squadra, la gente, la città. Questo è quello che fa più male”. Stefano Guberti, impegnato in questi giorni a Coverciano per prendere il patentino Uefa A, sta seguendo le sorti della Robur col cuore in gola. Non potrebbe essere altrimenti: a Siena ha chiuso la carriera vestendo la fascia di capitano, a Siena ha scelto di vivere con la famiglia, a Siena ha scelto di disegnare un nuovo percorso nel mondo del calcio. Lo scorso anno ha allenato l’Under 17, oltre al ruolo di responsabile tecnico del settore giovanile. “Vorrei che passasse un concetto – sottolinea – nonostante un miliardo di difficoltà, tra sacrifici, rinunce e adattamenti, siamo riusciti a terminare l’annata nel miglior modo possibile. Tutte le persone con cui ho collaborato hanno fatto il possibile, soprattutto per i ragazzi. Abbiamo centrato risultati, non solo sportivi. Si è creata una base dalla quale si poteva continuare”.

Quest’anno così complicato, il tuo primo da ex calciatore, quanto ti è servito?

Tantissimo. Mi è servito per staccare da calciatore, mi ha dato conferma che è quello che vorrei fare in futuro. All’inizio avevo un grande dubbio, perché forse un altro anno in campo avrei potuto farlo, vista la mia ultima stagione. Ma ero convinto di fare questo percorso, soprattutto qui a Siena dove io e la mia famiglia siamo stati accolti benissimo. E devo dire che le difficoltà riscontrare mi hanno aiutato a non pensarci più di tanto. L’avventura mi ha preso così tanto che è andata meglio del previsto. Avrei voluto continuare, vediamo cosa succede.

Si parla di tanti scenari. Saresti disponibile anche ad un’eventuale ripartenza in Eccellenza?

Spero che non sia quella la categoria, ma comunque io sono disponibile a qualunque cosa, basta ci sia alla base un progetto serio. Vorrei ringraziare Siena per come sono stato trattato in questi anni, sono cose che non dimentico. Da altre parti no, ma a Siena non ne faccio un discorso di categoria. Quando parlo di progetto serio non vuol dire ‘vinciamo tre campionati di fila’. Ma ci devono essere i presupposti per tornare in una serie che la Robur merita.

Il tuo futuro invece è tracciato.

Mi vedo come allenatore. La mia idea è di fare un percorso nelle giovanili che mi porti in prima squadra, è quello il mio desiderio. Quest’anno ho allenato l’Under 17, l’idea era di guidare poi la Primavera per poi approdare in una prima squadra. Per questo vorrei fare un altro anno nel settore giovanile.

Hai già ricevuto chiamate da altri club?

Qualche chiamata dalla Serie D, qualche altra per il settore giovanile, ma ho sempre fermato sul nascere ogni tipo di trattativa perché sto aspettando cosa succede a Siena.

Come è andata l’annata con l’Under 17?

È stata molto formativa per me, i ragazzi mi hanno insegnato molto. A volte sono stato pesante e duro, ho cercati di rinforzarli perché è l’età in cui ti stai per affacciare alla Primavera, che è il preludio alla prima squadra, e devi iniziare a prepararti al sacrificio, al comportamento.

Un Guberti sergente?

No, non direi. Ho riportato quello che ho vissuto da calciatore. Sono sempre stato preciso, puntuale, rispettoso. All’inizio qualche difficoltà c’è stata, però a fine anno sono arrivati i ringraziamenti sia dei ragazzi che dei genitori, che hanno organizzato anche un buffet al campo. Abbiamo fatto un ottimo campionato, da dicembre c’è stata una crescita esponenziale. Peccato che sia finito perché potevamo crescere ancora.

I ragazzi come si sono approcciati davanti a Guberti?

I ragazzi di ora, essendoci internet si informano velocemente. La maggior parte dei ragazzi era di Siena, tutti insomma sapevano chi ero. Qualcuno era anche raccattapalle quando giocavo. L’approccio è stato molto rispettoso, dopo un po’ hanno preso confidenza cominciando a chiedermi cose riguardo al mio passato. La carriera alle spalle mi ha dato un vantaggio, quello della credibilità. Chi alleno si fa condizionare da quello che legge, dal fatto che ho giocato in A, che ero capitano al Siena. È un vantaggio iniziale, perché poi i giovani ti pesano per qualsiasi parola o azione. Sono molto più svegli di come ero io alla loro età.

(Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Fol