Esclusiva Fol – Gazzi: “L’anno a Siena mi rigenerò. Ho scritto tutto nel mio libro”
Capelli rossi, tanta sostanza, pochi fronzoli, particolarmente forte nell’interdizione. Chiunque a Siena ricorda Alessandro Gazzi, uno dei migliori mediani della sua generazione e perno del centrocampo della Robur di Sannino che andò ad un passo dall’Europa. E proprio “Un lavoro da mediano” è il titolo del suo libro appena uscito (edizioni 66th and 2nd, 240 pagine). Gazzi iniziò a scrivere nel 2014, su consiglio della sua psicologa dello sport, per mettere per iscritto quello che provava. Aprì un blog, partecipò ad un concorso di 66th and 2nd, che gli pubblicò un racconto. E poi la stessa casa editrice gli ha offerto questa opportunità. “L’ho fatto di mio pugno, senza un ghostwriter”, dice l’ex calciatore di Bari, Siena e Torino al Fedelissimo Online.
Alessandro, perché hai deciso di scrivere questo libro?
Per divertimento, prima di tutto. Poi ne è uscita la mia esperienza calcistica, che è tra le tante a livello professionistico. Da quando ho iniziato a giocare fino a 31 anni. È venuto tutto in maniera naturale.
La passione per la lettura, per un calciatore, è inusuale.
Io da giovane ho sempre letto, ascoltato musica, visto film. Partendo da lì si è aperta questa nuova strada. Mai mi sarei aspettato di scrivere un libro. Se verrà apprezzato meglio, ma la cosa più importante è che mi sono divertito.
Hai già in mente altre pubblicazioni?
Sono contento così. Faccio il collaboratore tecnico dell’Alessandria, il principale impegno è quello.
Hai deciso il tuo futuro nel calcio?
Quest’anno sto avendo modo di osservare e imparare, di vedere il calcio da tutt’altra prospettiva. Sto cercando di capire le mie attitudini e quello che mi piace fare, ancora non ho deciso nulla.
C’è spazio anche per il tuo anno al Siena, nel libro?
Certo, ho scritto tutto di quell’anno a Siena. C’era Sannino, il direttore era Perinetti. Fu un’annata incredibile e indimenticabile. Venivo da una retrocessione a Bari, quella stagione al Siena mi ha rigenerato.
Cos’altro ti ricordi?
Il record di 44 punti, la semifinale col Napoli, il boom di Destro, l’unione con la squadra. Mi trovai bene fin da subito, la città era uno spettacolo. Ebbi modo di vedere il Palio del 2 luglio, fu entusiasmante. Durante l’anno visitai con la società due-tre contrade. Il clima del Palio si respirava tutto l’anno. Lo ribadisco: Siena la ricordo con grandissimo affetto. Poi arrivò la possibilità di andare a Torino e dovetti coglierla al volo.
Momenti anche assurdi, come quel Genoa-Siena 1-4 del 22 aprile 2012.
Un momento particolare, che non dovrebbe mai accadere. Fu difficile soprattutto per il Genoa. Io lo ricordo più che altro perché facemmo una grande partita e ci salvammo virtualmente.
Segnasti un gol, contro l’Atalanta. Titolarissimo in campionato, appena due presenze in Coppa: a Verona, ai quarti, e poi l’andata col Napoli.
Col Napoli faceva un freddo cane, si giocava alle 9 di sera se ricordo bene. Era un mercoledì o un giovedì. Anzi, un giovedì, perché poi giocammo con la Roma il lunedì dopo. Fossimo riusciti a mantenere il 2-0, al ritorno sarebbe stata un’altra cosa.
Della Robur di ora che mi dici?
L’ho incontrato tre o quattro volte da calciatore. Adesso sono sincero, non sto seguendo molto la C.
Un saluto a Siena?
Per me è stata una stagione fantastica. Ho avuto modo di conoscere un ambiente e una città splendidi. A Siena si stava benissimo.
(Giuseppe Ingrosso)
Fonte: Fol