Esclusiva Fol – Gazaryan: “Il 1° posto? Ci credo ancora. Stiamo lavorando per andare in B. Poi chissà…”

“I soci della holding mi hanno scelto perché hanno individuato in me la persona giusta per stabilizzare questa situazione critica”. Le prime parole pubbliche di Armen Gazaryan risalgono allo scorso 17 febbraio, quando venne nominato presidente del Siena calcio dopo la rivoluzione societaria messa in atto, con la squadra più vicina ai playout che ai playoff di Serie D. Adesso, nove mesi dopo, il mondo bianconero è cambiato ma non le ambizioni della Robur, spiega Gazaryan al Fedelissimo Online. Imprenditore nel settore marketing e comunicazione, classe 1984 nato a Baku e cresciuto prima in Armenia e poi in Russia (con un anno di studi negli Usa), da febbraio ha fatto una scelta di vita: stabilirsi a Siena con la famiglia, per seguire da vicino le operazioni della holding che riguardano la città.

Presidente, come valuta finora questa sua prima esperienza nel mondo del calcio?

È una bellissima esperienza. Sono molto felice di avere intorno a me tanti professionisti, come Perinetti o il nuovo mister, lo staff tecnico e lo staff sanitario. Abbiamo davvero una bella squadra.

Sta imparando l’italiano?

Sì. Spero, presto, di poterlo parlare bene. Tutta la famiglia lo sta studiando. Mia moglie è già avanti perché in passato ha studiato all’Università di Bologna. I bambini lo stanno conoscendo a scuola, hanno 5 anni e 2 anni e mezzo. Da quando sono diventato presidente ho scelto di vivere a Siena e di stare vicino al club. Perché sono socio della Berkeley ma soprattutto uno dei proprietari della squadra di calcio.

Chi sono i proprietari del Siena?

Io e Bagrat Gazaryan, mio zio. Ma la Berkeley è la nostra azienda, un grande gruppo. Lavoriamo tutti insieme.

La famiglia Gevorkyan, quindi, non è più dentro la Robur?

No, non direttamente. Ma abbiamo molti progetti a cui lavoriamo assieme.

Il Cda della società invece è sempre composto da lei e da Vagan Oganyan e Alessandro Belli?

Sì, siamo noi tre.

Oltre alla carica di presidente, ha una particolare qualifica nel lavoro quotidiano della Robur?

In quanto esperto in marketing il mio ruolo è di far diventare produttivo il brand Siena in Italia e nel mondo. Lavoro con Alessio Ferri (il responsabile marketing, ndr), ma abbiamo anche una squadra esterna, della proprietà, che ci aiuta. Abbiamo già delle idee, dobbiamo solo sceglierle. Sicuramente puntiamo sul digital marketing e sul creare un prodotto interessante per la città, per gli italiani, per gli europei e per tutto il mondo. Bisogna lavorare globalmente per dare un grande futuro al club.

Quando vedremo lo sponsor sulla maglia? L’anno scorso l’allora club manager, Giorgio Crea, disse proprio al Fedelissimo Online che era imminente.

Sì, è vero, era vicino l’accordo ma può succedere che poi non si concretizzi. Abbiamo avuto un incontro su questo tema proprio ieri, ci stiamo lavorando e stiamo cercando nuove sinergie. Chi ci vuole aiutare è sempre il benvenuto. Se vuoi costruire una buona storia, devi avere il supporto di tutti.

Lavorare globalmente, lei dice. Ma per farlo non è un po’ stretta la Serie C?

Stiamo costruendo il nostro futuro, oggi siamo nella terza serie e stiamo lavorando per andare nella seconda. Poi chissà, potremo salire ancora. Comunque, anche se giochi in C, puoi costruire un prodotto interessante per la comunità internazionale.

Tema stadio: dopo l’incontro con gli autori del “modello Udine” a che punto siamo?

Capite bene che le infrastrutture sono la cosa più importante per il club. Dobbiamo trasformare lo stadio non soltanto in un posto dove si guardano le partite, ma anche un luogo che attragga famiglie e bambini, che crei divertimento per tutti. In questo abbiamo già fatto uno step con il “nido della Robur”. Comunque speriamo di fare velocemente, stiamo lavorando ogni giorno su questo argomento.

In Italia tutti vogliono fare lo stadio ma, per vari motivi, quasi nessuno ci riesce. Anche la vecchia Ac Siena ci provò, fallendo miseramente. Se la società, quindi, non riuscisse a chiudere questa operazione, sarebbe comunque interessata a portare avanti il progetto calcistico?

Capisco tutte le difficoltà, ma bisogna comprendere che se vogliamo avere una squadra di successo, dobbiamo costruire buone infrastrutture, parlo dello stadio come del campo di allenamento.

Passiamo al calcio giocato. Avete deciso prima di confermare Gilardino in estate, poi di cambiare in corsa.

Parlare del passato è difficile, non sai come sarebbe potuta andare in modo differente. Abbiamo condiviso un’ottima esperienza con Gilardino, lo ringrazio perché è un’ottima persona e ho imparato molto da lui.

Crede ancora nel primo posto?

Sì, ci credo. Ci credevamo all’inizio, ci crediamo ora e lavoriamo ogni giorno per renderlo realtà. Niente è impossibile. Tutte le porte sono aperte, serve solo segnare (ride, ndr).

È tifoso di qualche squadra in particolare?

Sono un grande fan della Nazionale italiana, sfortunatamente non sono riusciti subito a qualificarsi ai Mondiali ma ce la faranno. Per quanto riguarda i club, ovviamente il Siena! Se parla di squadre famose invece, non ne ho. Posso citare esempi di chi sta facendo un ottimo lavoro: il Chelsea, che ha vinto due volte la Champions in meno di dieci anni, e il Lens, secondo nella Ligue 1 francese dietro il Psg. Bisogna sempre guardare i buoni esempi.

In Italia, di buoni esempi per il Siena, si potrebbe guardare al Sassuolo?

Sì, anche l’Empoli ha un bel modello di business. Stiamo infatti lavorando per far crescere il settore giovanile. La cosa più importante è avere in ogni posizione professionisti che sappiano cosa fare.

Quanto tempo dedica alla Robur, nella sua giornata lavorativa?

Quasi il 100%. Al Siena penso sempre, in ogni momento. Anche perché il calcio è molto attrattivo e coinvolgente.

Ha un ultimo messaggio per chiudere l’intervista?

Vorrei spendere due parole sui tifosi. Vedo che parlano sempre con la squadra alla fine della partita, che si fanno sentire. La tifoseria è una parte fondamentale della vita di una squadra di calcio. Per questo chiedo ai tifosi di starci vicini e di supportarci, sia dal vivo che online. Insieme, faremo un ottimo lavoro.

(Giuseppe Ingrosso)

Fonte: Il Fedelissimo