Esclusiva Fedelissimo Online – Maccarone: ecco perché sono andato al Palermo

 

Dopo aver firmato il contratto che lo legherà al Palermo per i prossimi tre anni, Massimo Maccarone è arrivato in mattinata a Siena dove si tratterrà per qualche ora prima di lasciare definitivamente la nostra città.

Lo abbiamo contattato per telefono e siamo riusciti a parlare a lungo con lui di quanto è successo in queste ultime settimane.

 

Dal bianconero al rosanero, perché questa scelta?

“ E’ stata una scelta dettata dalla logica, non certo dal cuore. Se avessi dato retta ai sentimenti non avrei mai lasciato la Robur. Ci ho pensato a lungo, sono stato combattuto fino all’ultimo se andare o rimanere. Negli anni che ho trascorso a Siena ho rifiutato tutte le offerte che mi sono arrivate, anche qualcuna importante. A gennaio mi hanno richiesto diverse squadre, sono rimasto per dare il mio contributo fino in fondo, ma non ho più venti anni e questa che mi offre il Palermo è l’ultima occasione che mi si presenta per giocare in una coppa europea e in una squadra che punta alla Champions League. A Siena non mi manca niente, la gente mi vuole bene, mi ha sostenuto anche nei momenti difficili, alla Robur devo tutto, ma a 31 anni ho preferito rimettermi in gioco a mio rischio e pericolo. Quando ho deciso di accettare il Palermo non conoscevo ancora l’entità economica dell’offerta a dimostrazione che la mia decisione non è dipesa dal fattore economico. Il Siena ha fatto del tutto per trattenermi, ma non potevo perdere quello che probabilmente è l’ultimo treno della mia carriera.”

 

I tifosi non l’hanno presa molto bene, la delusione è tanta, speravano che tu potessi diventare il simbolo della riscossa….

“Lo so, non posso dargli torto, ma il mio non è stato un tradimento. Dal Siena ho avuto tantissimo, ma anche io credo di aver dato tanto. Sono sempre rimasto volentieri nonostante che, in passato, mi avessero cercato squadre importanti come il Genoa o la Sampdoria. Avevo un debito di riconoscenza verso la Robur, non dimentico che dopo la mia esperienza in Inghilterra è stata l’unica società che ha creduto in me, così come non dimentico quanto ha fatto Giorgio Perinetti, un grandissimo dirigente. Ho sempre rispettato la maglia, non mi sono mai tirato indietro nemmeno quando non stavo bene,  fino all’ultimo secondo ho dato tutto e ci tengo a sottolinearlo.  Se ho scelto di cambiare, lo ripeto, è solo perché voglio rimettermi in discussione in una piazza che punta in alto.”

 

Qualcuno sostiene che la tua decisione era stata presa da tempo….

“No, non è vero. Ho passato dei giorni tormentato dall’indecisone, mi sono rovinato le vacanze per questo. Giuro che quando sono partito per le vacanze ancora non sapevo ciò che avrei fatto. Il dubbio mi ha accompagnato per molti giorni. Il cuore mi diceva di fare una scelta, la testa di farne un’altra. La decisione è recentissima e non è stata facile.”

 

Non sono piaciute alcune dichiarazioni che hai rilasciato….

“Questo è un grande equivoco, io non ho mai rilasciato interviste a nessuno, nonostante mi abbiano messo in bocca frasi che non ho mai pronunciato. Mi hanno tempestato di telefonate, ma a tutti ho sempre risposto che ero ancora un giocatore del Siena e che non avevo niente da dire. ”

 

Nemmeno quella che Calaiò ti avrebbe consigliato il Palermo?

“Assolutamente no. Un giornalista di Palermo mi ha chiesto se Calaiò mi aveva parlato bene di Palermo e io gli ho risposto che si, mi aveva detto che Palermo è una grande città. Ma ciò non è successo in questi giorni, ma in varie occasione nel corso delle due stagioni che abbiamo trascorso insieme.”

 

Cosa ti lasci alle spalle?

“Tanto, tantissimo. La parte più importante della mia carriera l’ho trascorsa in bianconero.  A Siena ho trascorso delle stagioni esaltanti vivendo in un ambiente che mi ha sempre osannato, portato in palmo di mano. Chiunque indossi la maglia della Robur riesce a trovare una motivazione in più, uno stimolo maggiore per fare bene. Lascio dei grandi tifosi che amano visceralmente la squadra e una società che io considero una seconda famiglia.

L’ambiente della Robur è un ambiente sano, dove lavorano persone inimitabili, dall’addetto al campo allo staff medico, Gente eccezionale che ha fatto l’impossibile per mettermi nelle condizioni ottimali. Sarà difficile trovare un ambiente simile.”

 

Il ricordo più bello e quello più brutto della tua esperienza a Siena?

“Il ricordo più brutto è ancora fresco, la retrocessione di quest’anno, un risultato che mi ha creato un profondo dispiacere. E’ stata un’annata difficile, dove in tanti abbiamo commesso degli errori. E’ stata una mazzata tremenda.

Di ricordi belli ce ne sono tantissimi: le salvezze conquistate, le reti segnate, i successi prestigiosi contro squadre blasonate. Tantissimi ricordi che mi porterò dentro per sempre. Il momento più esaltante è stato comunque contro la Fiorentina. Quella palla infilata alle spalle di Frey mi ha dato una gioia incredibile, ero talmente impazzito che mi levai la maglia e fui espulso dall’arbitro. Non potrò mai dimenticare un intero stadio che urla Massimo, Massimo. Mi vengono i brividi ancora oggi.”

 

Non sarà facile, dopo tanti anni, non vedere più la maglia nr. 32 sulle tue spalle…..

“Dispiace anche a me, ma spero che i tifosi capiscano la mia scelta. Ora quello che conta è stringersi intorno alla società, all’allenatore, ai giocatori che sono rimasti e ai nuovi che verranno. Sarà importante trasmettere a tutti quella fiducia e quella forza che Siena sa dare alla squadra e puntare decisi verso l’obiettivo promozione. Il Siena ha tutte le carte in regola per rialzare subito la testa e ritornare dove merita. La nuova società ha un progetto serio e credibile, un presidente entusiasta, un direttore sportivo tra i migliori e un allenatore che ha dimostrato sul campo, sia da giocatore che in panchina, di essere un vincente. Sono molto fiducioso sul futuro.”

 

Hai un messaggio per i tifosi?

“Non servono molte parole quando queste sono sincere come nel mio caso. A tutti i tifosi della Robur, ai Fedelissimi, agli altri Clubs e ai ragazzi della Curva Robur dico solo grazie. Grazie per essermi stati sempre vicino, grazie per avermi voluto bene. Sono e rimarrò un tifoso del Siena, non è una frase fatta, ma è quello che penso veramente, che mi viene dal profondo del cuore. Non consideratemi un mercenario, non lo sono mai stato, ho servito la causa con serietà e massimo impegno ho sempre onorato la maglia della Robur e di questo ne vado orgoglioso. In bocca al lupo Robur!” (Nicnat)

Fonte: Fedelissimo Online