Domenica una giornata importante. Ci scrive Andrea Sordi
Domenica scorsa, a mio modesto modo di vedere, è stata una giornata importante per il Roburrone nostro. Il risultato del campo è stato confortante, le dichiarazioni dei nuovi “padroni” ancora di più.
Andiamo al campo.
Appartengo a quei pochi, ovvero a quei tanti che non ci capiscono un piffero nel calcio, che è convinto che il mercato di gennaio non abbia prodotto particolari falle nello scafo bianconero. Chi è andato via, come mi è capitato di sottolineare altre volte, non ci ha lasciato in “braghe di tela”, l’unica assenza pesante è quella di Sacilotto, non adeguatamente compensata. Per ora Saba, il presunto sostituto, ricorda più quell’ingombrante televisore tedesco anni ’80 che non un aggraziato e talentuoso “midhalfer” brasiliano. Per il resto la squadra di oggi, lira più, lira meno, vale quella di inizio campionato. Sicuramente è più giovane, sicuramente è meno esperta, ma, vivaddio, più motivata, ovvero…. dovrebbe! Se il campo, invece, ci mostra solamente ragazzotti svogliati ed impauriti dal “Franchi” (non hanno idea cosa volesse dire, qualche anno fa, il Rastrello arrabbiato!), forse sarebbe stato opportuno valutare attentamente la scelta del sostituto di Atzori, e fare rotta su “motivatori” veri. Ricordo personaggi come Di Chiara e, soprattutto, Beppe Papadopulo che riuscirono laddove nessuno avrebbe scommesso un quattrino. Il secondo è stato particolarmente “recidivo”, ci ha, addirittura, portato in A e, non contento, ci ha salvato nel massimo campionato!
Dunque partita confortante proprio perché, nonostante la monumentale diversità di qualità di gioco, di motivazione e di autostima, siamo riusciti a mettere il famoso granello di sabbia nell’ingranaggio perfetto che è la SPAL, squadra che gioca insieme da almeno due anni e costruita per vincere i campionato. Non certo come noi che in due anni abbiamo visto calpestare l’erba del Rastrello da non meno di una sessantina di giocatori, gestiti da ben tre allenatori diversi! Si poteva e si doveva vincere il campionato? Beh, sognare non costa nulla! Ovvero…… chiedere a Ponte!
Ed ora andiamo dietro la scrivania.
Quando l’aria ha cominciato a “puzzare di cacio” e le chiacchere (…. noi senesi in questo siamo maestri) stavano iniziando ad andare fuori controllo, dai poggi della Liguria e dalla ridente Bogliasco (Bogiasco per chi ha frequentazioni genovesi) è scesa la famiglia Durio-Trani che, con grande garbo e cortesia, ma anche con grande pragmatismo tutto “zenese”, ha pensato bene di rimettere le cose a posto e, più che altro, a ridefinire il ruolo degli attori di questa “piece”. Cosa non da poco! Poi hanno parlato del domani dividendosi i compiti: la Sig.ra Durio (la Mamma) concentrando l’attenzione sulle problematiche infrastrutturali ed amministrative/economiche, il Sig. Trani, il Figlio, su quelli meramente tecnici. Ambedue sono apparsi preparati e concreti. Non ho colto promesse roboanti (….. sarà il mio cognome?), non ho rilevato strizzatine d’occhio o ammiccamenti vari. Per ora le ruffianerie sono rimaste in anticamera! Comunque, conoscendo la gente di “Zena”, mi aspetto più scontrosità che sorrisi di maniera, più silenzi che chiacchere inutili, più attenzione alle “palanche” che inutili “pottate”. Poi, poi, questa è stata la mia esperienza, quando le cose saranno chiare- ovvero quando ci saremo conosciuti davvero – è possibile affermare che avremo trovato degli amici veri.
I giornali parlano della Sig.ra Durio già all’opera. Chi vuole fare calcio a Siena deve risolvere una volta per tutte il noto problema.
A proposito, dimenticavo una cosuccia da nulla, la Famiglia Durio – Trani ha valicato il Bracco per portare le “palanche” e non per intascare i “sanesi”, come, invece, era di moda fino a poco tempo fa.
Hai detto scansati!
Comunque…. “chi vuol esser lieto sia, che di doman non v’è certezza”!
Andrea Sordi